Una bottiglia di vino, importante e di target alto, dedicata ai due Francesco della sua vita: il padre e il figlio. È un omaggio di Mario Bruni, vitivinicoltore di Melissa, alla vecchia e alla nuova generazione, per ricordare, al di là dei profondi affetti familiari, che la vigna è fatta di radici e di germogli, di storia, di presente, di futuro.

Il rosso Francesco II, presentato al Vinitaly edizione 2024, è un blend di Merlot e Cabernet Sauvignon, due tra i vitigni internazionali più diffusi al mondo, in una lettura tutta calabrese. Il Cabernet Sauvignon genera vini dal colore intenso, è ricco di tannini, si presta a un lungo invecchiamento, esprime un bouquet aromatico complesso. Il Merlot è il vitigno nobilissimo che, in purezza o in assemblaggio, caratterizza grandi “Château” francesi. Bruni li coltiva entrambi nelle sue vigne, li vinifica e li impiega per dar vita al Francesco II, affinato in legno per molti mesi.

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Analoga filosofia si riflette nel Survia, che nasce dall’incontro di un prevalente Cabernet Sauvignon (80%) con il Syrah (20%). Anche in questo caso affinamento in legno: 9 mesi di rovere francese e 6 di rovere americano. Ma il Survia ha un’altra caratteristica: le uve, prima di essere vinificate, vengono appassite su canne, al sole, per periodi che possono variare dai 15 ai 30 giorni. Una sorta di “Amarone” made in Melissa. Ho incontrato Mario Bruni al Vinitaly e ci siamo ripromessi di vederci a breve in cantina: ha tanti progetti e me ne vuole parlare. Lo vedo in forma e grintoso. Mario ha una buona esperienza di export di vino, ma ora vuole concentrarsi molto anche sul mercato italiano e su bottiglie che lascino il segno. Prima di salutarci ci tiene a sottolineare anche la qualità del suo bianco Marigiù (questa volta un tenero omaggio alla figlia), che è un Pecorello, vitigno autoctono, in purezza.