La storia di Angela è la storia che accomuna migliaia di cassintegrati calabresi. C’è chi ha ricevuto l’indennità di marzo e aprile solo qualche settimana fa. C’è chi si è trovato in busta paga una somma così ridotta da non potere pagare l’affitto. C’è chi ha dovuto rinunciare ai beni di prima necessità. Il lockdown ha piegato la già fragile economia di tantissime famiglie che stentano a riprendersi.

La storia di Angela

Angela Zaccaria, 44 anni di Vibo Marina, è rientrata al lavoro da giugno, dopo uno stop forzato di tre mesi. Si ritiene addirittura fortunata lei: «Il mio datore di lavoro mi ha anticipato la mensilità e i miei familiari mi hanno sempre aiutata. Ma non tutti – commenta – hanno una famiglia alle spalle».

 

Pensa a tutti quei lavoratori umiliati da un sistema che li ha abbandonati e rivolge il suo appello all’Inps: «Si dia una mossa per sbloccare tutte le pratiche. Chiediamo solo di percepire ciò che ci spetta. Niente di più». Lavora da 25 anni Angela: «Mai una malattia, mai un giorno di riposo. Sono abituata a sgobbare, ma la pandemia ci ha imposto uno stop forzato. Che colpa abbiamo noi cassintegrati?», si domanda.

Il bonifico da 12 euro


Al danno di una indennità ridotta del 40% si è aggiunta la beffa. «Pochi giorni fa - rivela - ho ricevuto un bonifico di 12,50 euro. E’ la somma che l’Inps mi ha calcolato per il mese di maggio. È chiaramente un errore – dice- ma dove andare a reclamare se gli uffici dell’Inps sono chiusi e al telefono non risponde nessuno!». Ha provato a contattare la sede di Vibo anche sua zia Grazia. Lavora come commessa e da quando è rimasta a casa, non ha ricevuto un centesimo. «Mi sono rivolta alla sede di Roma, mi hanno detto che la pratica non è ancora arrivata. Devo attendere. Si, ma per quanto tempo ancora?» si domanda. «Stanno calpestando la nostra dignità – conclude Angela - la dignità di persone che hanno sempre lavorato e che sono state costrette a fermarsi loro malgrado. E non è giusto».