La Camera di commercio propone una modifica normativa da presentare in occasione dell’approvazione alla legge di Bilancio per «chiedere che, indipendentemente dall’accantonamento, le banche possano erogare prestiti garantiti al 100%»
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Sta per diventare operativo lo Sportello a cui sta lavorando da circa un anno la Camera di commercio di Crotone - insieme a un Cofidi convenzionato e il coordinamento di enti locali, banche e dell’Abi - per assistere le piccole e medie imprese in difficoltà finanziaria e a rischio usura. Uno strumento finanziario finalizzato a garantire liquidità e che prevede l’utilizzo di fondi ministeriali prevenzione usura di cui alla legge 108/96 e fondi locali, messi in campo dal Comune di Crotone.
Un lavoro, quello dell’ente camerale pitagorico, che rischia di essere vanificato dalle difficoltà riscontrate dal sistema bancario, che lamenta il problema degli accantonamenti: «Da una parte – ci spiega il commissario della Camera di commercio di Crotone, Alfio Pugliese - abbiamo la garanzia al 100% delle operazioni, ma dall’altra le banche devono mettere da parte lo stesso identico importo erogato» rendendo infruttuosa l’attività per gli istituti di credito.
Un ostacolo non nuovo, in verità, che potrebbe essere superato solo a livello normativo, per questo Pugliese ha avviato interlocuzioni con i parlamentari calabresi (ma ne sono stati coinvolti anche altri del Sud Italia), affinché venga presentato (e approvato) un apposito emendamento dalla legge di Bilancio. «Con l’emendamento - aggiunge - si chiede che, indipendentemente dall’accantonamento, le banche possano erogare prestiti garantiti al 100%. In particolare, si prevede di ridurre quasi a zero la media ponderata dell’accantonamento che le banche devono accantonare, appunto, per rendere operativa l’operazione di finanziamento. Quindi, per la banca non diventa più un’operazione rischiosa, ma di servizio sociale nei confronti del sistema economico e produttivo».
Lo scopo, dunque, è dare al fondo anti usura la possibilità «di incidere positivamente sulla necessità di credito che hanno le Pmi in difficoltà, e la cui situazione è stata aggravata da questo periodo di Covid».