VIDEO | Entro l’1 maggio l’azienda dovrà presentare il piano concordatario al Tribunale di Roma ma ad una settimana dalla scadenza Ggil, Cisl e Uil non hanno ancora riscontri sul futuro della società
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La scadenza si avvicina: entro l’1 maggio, l’Abramo Customer Care dovrà presentare il piano concordatario al Tribunale di Roma, dove è depositata anche l’offerta della System House, ad oggi unico potenziale acquirente, dopo il passo indietro del Fondo irlandese Heritage. Nel corso dell’ultima riunione del tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone, il numero uno della società reggina, Agostino Silipo, ha illustrato la sua proposta per creare un polo calabrese dei Call Center. Ad oggi, però, non si hanno più notizie di come stiano proseguendo confronto e interlocuzioni tra le due aziende.
Sindacati chiedono trasparenza
«C’è preoccupazione perché manca trasparenza da parte di Abramo, che non sappiamo se entro il primo maggio sarà in grado di presentare in piano concordatario. Non c’è trasparenza neanche da parte dei grandi committenti, dal potenziale acquirente e dal Tribunale stesso» spiega il segretario generale della Uil di Crotone, Fabio Tomaino.Per le sigle sindacali è incredibile che ancora oggi non sia mai stato istituito il tavolo di crisi in sede ministeriale, unico luogo in cui si possono trovare gli strumenti per garantire davvero il mantenimento dell’intero perimetro occupazionale. «Ci sono iniziative della politica locale e nazionale, ma – aggiunge Tomaino - direi che sono confuse e comunque non riescono a produrre l’attenzione istituzionale di cui ha bisogno questa vicenda».
L’annuncio dei parlamentari del M5S
Proprio nei giorni scorsi, i parlamentari del Movimento 5 Stelle, Paolo Parentela, Anna Laura Orrico ed Elisabetta Barbuto, hanno avuto un incontro in video conferenza con il vice ministro del Mise, Alessandra Todde, e con il sottosegretario al Ministero del Sud, Dalila Nesci, per discutere della crisi aziendale Abramo. In quella sede – hanno fatto sapere i tre esponenti pentastellati - Todde «ha mostrato la massima disponibilità a convocare il tavolo in tempi brevi».I parlamentari hanno inoltre «sottolineato la necessità che allo stesso tavolo siedano anche le amministrazioni comunali di Crotone (già in campo con l'istituzione del tavolo di garanzia, ndr), Catanzaro e Montalto Uffugo oltre alle parti sociali». Per Tomaino, però, si tratta di «azioni individuali, tentativi di interlocuzione con sottosegretari e amici di partito che andrebbero bene se producessero una discussione nell’ambito di una unità di crisi».
Proposte e mobilitazione
Intanto, anche la vicenda Abramo sarà al centro della mobilitazione che Cgil, Cisl e Uil dell’area vasta Catanzaro, Crotone, Vibo terranno davanti alla Prefettura di Catanzaro il prossimo 27 aprile. Sanità, vertenza Sant’Anna, precariato, scuola, divide digitale, mobilità, infrastrutture, reti energetiche e servizio idrico, ambiente e territorio, ciclo dei rifiuti, le altre “missioni” del documento unitario che i sindacati porteranno all’attenzione delle istituzioni competenti.
«Per Cgil, Cisl e Uil dell’area vasta Catanzaro, Crotone, Vibo, infatti, vi è la convinzione che – si legge in una nota unitaria - occorra agire con una visione d’insieme che possa generare e mettere in campo proposte concrete ed efficaci, in un contesto di riferimento generale che parta dall’attuazione realistica e fattibile di una progettualità socioeconomica basata su risorse certe, velocità e qualità nell’azione della spesa pubblica, facilità e semplificazione amministrativa, che salvaguardi fermamente i principi della regolarità e della legalità». I sindacati evidenziano che «mancano politiche e strategie concrete nel campo della ricerca, della formazione e della specializzazione dei processi produttivi, che rendono asfittica e debole la nostra economia fino a determinarne pesanti ricadute sociali in un diffuso disagio di tutele, assistenza e servizi. Mancano politiche nazionali per il mezzogiorno, ed investimenti pubblici che mirino a favorire occasioni di sviluppo industriale e del manifatturiero sostenibile».
Il Covid e la crisi economica
Senza dimenticare l’emergenza sanitaria che «sta determinando conseguenze economiche e sociali che necessitano, nell’immediato, di azioni e proposte che vadano nella direzione della ripartenza, ma soprattutto per favorire le condizioni per un nuovo sviluppo dell’area centrale della Calabria, in un confronto con il Governo regionale che sia certamente incardinato sulle linee politiche e programmatiche di indirizzo regionale ma che deve altresì assolvere tempestivamente alle articolate responsabilità istituzionali, in funzione dei ritardi e della gravità delle condizioni della Calabria, preesistenti rispetto alla pandemia».
Le sigle sindacali auspicano «una nuova fase che guardi alle possibili condivisioni per un’azione sinergica, protagonista di una propositiva stagione di confronto sociale, con il contributo di tutti i soggetti dei diversi comparti produttivi e sociali, congiuntamente ad una responsabile offerta ed erogazione di servizi innovativi da parte della pubblica amministrazione calabrese, opportunamente riformata, migliorata ed in grado di rispondere in maniera nella pienezza dei diritti di cittadinanza».