Punta l'indice sul cantiere della metrotramvia Cosenza-Unical, sulla diga dell'Esaro e sul tratto autostradale Cosenza-Altilia la Feneal Uil nella tappa del tour tra le incompiute calabresi, organizzata nel capoluogo bruzio.

Le criticità dell'autostrada

L'iniziativa avviata dal sindacato e partita nelle scorse settimane da Crotone, ha l'obiettivo di mantenere accesi i riflettori su quelle infrastrutture pubbliche per le quali vi sono milioni di euro stanziati o addirittura già spesi, senza che le opere siano state terminate. L'incontro con i giornalisti si è svolto allo svincolo della Salerno-Reggio Calabria: «Scelta non casuale - ha sottolineato Mariaelena Senese, segretario generale della Feneal Uil - perché l'adeguamento e ammodernamento del tratto autostradale tra Cosenza ed Altilia è inserito nell'accordo di programma tra Anas e Mit d'intesa con la Regione Calabria, come intervento strategico. Invece si continua a procedere con manutenzioni straordinarie, continuando a mettere le toppe su una direttrice priva di ogni standard di sicurezza. Peraltro - ricorda la sindacalista - proprio domenica scorsa si è sfiorata la tragedia per il crollo di una impalcatura sotto un cavalcavia»

«Chiarezza sulla metrotramvia» 

Mariaelena Senese, accompagnata da Roberto Castagna, segretario generale della Uil di Cosenza, ha poi ricostruito la travagliata storia della metrotramvia «finanziata con fondi Por 2014-2020. Il contratto di appalto - ha sottolineato - è ancora in essere. Qualcuno ci dica lo stato dell'arte, spieghi i motivi dei ritardi accumulati e se le somme sardovranno essere restituite a Bruxelles».

La diga dell'Esaro

La diga dell'Esaro poi è il simbolo di tutte le incompiute: tra alterne vicende i lavori si stanno protraendo da cinquant'anni. «Tutti i governi regionali succedutisi in questo periodo - dice ancora Mariaelena Senese - sono stati concordi nel ritenere l'opera di estrema rilevanza. Ma non solo non si è arrivati in fondo, addirittura quel territorio è rimasto deturpato, degradato dalla presenza di infrastrutture ormai fatiscenti, costate milioni di euro, con le aspettative della comunità andate profondamente deluse».

Le responsabilità della politica

«La burocrazia lenta e la mancata assunzione di responsabilità della politica sono alla base di questi risultati desolanti - conclude la segretaria della Feneal Uil - Eppure la realizzazione di questa e di altre opere strategiche avrebbero consentito di accorciare o addirittura di colmare il gap tra nord e sud. Sulla diga dell'Esaro almeno si proceda alla bonifica dei terreni».

«Se ci fosse un commissario»

Ma le inefficienze della classe politica e della burocrazia potrebbero essere superate con l'affidamento di ogni singolo intervento alla responsabilità di un commissario? «Non siamo contrari ma non riteniamo comunque che la presenza di un commissario sia una garanzia per l'avvio ed il completamento delle opere» dice Roberto Castagna. «Le incompiute - aggiunge - dimostrano come in effetti non c'è sviluppo se si programma, si investe e poi non si arriva alla conclusione del percorso. La politica su questo batta un colpo».