Dopo 4 mesi di flessione, anche in Italia si iniziano a vedere i primi segnali positivi. Secondo l'Istat l'occupazione è tornata a crescere. A luglio i nuovi occupati sono circa 85mila, la maggior parte dei quali – 80mila – donne e over 35.

 

In circa quattro mesi di emergenza, il tasso di occupazione ha perso un punto e si è fermato al 57,8%, mentre quello di disoccupazione – 9,7% a luglio – è tornato sopra ai livelli di febbraio.

 

Sono inoltre cresciute di 134mila unità le persone che cercano lavoro. Sono piccoli ma non trascurabili segni di ripresa, anche in considerazione del fatto che, a partire dallo scorso febbraio, il livello dell'occupazione è crollato di quasi 500mila unità. I più colpiti dalla crisi sono, secondo i dati Istat, i precari, i giovani e i lavoratori autonomi piegati dal lockdown.

 

I numeri relativi all'occupazione, malgrado il lieve miglioramento, preoccupano le associazioni di categoria. Confindustria parla di recupero difficile, mentre Confesercenti definisce come una «strage» l'occupazione indipendente.

Le parole di Gentiloni

L'emergenza, dunque, è tutt'altro che archiviata. A parere del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, il piano nazionale per la ripresa non deve essere «una raccolta di esigenze e di emergenze» ma deve rappresentare «il coraggio di scegliere e di guidare questa ripresa e questa ricostruzione». L'ex premier è stato audito dalle commissioni Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato anche sul Recovery fund.