«Da settimane viviamo in uno stato d’emergenza inedito a causa della diffusione di un nemico invisibile: il coronavirus. La stragrande maggioranza della popolazione è costretta a restare a casa per contenere la diffusione dei contagi. Allo stesso tempo, però, c’è una parte di persone che è “costretta” a lavorare per garantire i servizi essenziali». È quanto scrive in una nota l'ex consigliere comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco.

 

Lavoratori a rischio

«Tra queste, ci sono gli operatori dell’impianto di Alli, coloro i quali si occupano dello smistamento della raccolta rifiuti. La Regione per evitare rischi igienico-sanitari ha adottato un’ordinanza che impone la prosecuzione del servizio sul territorio calabrese senza soluzione di continuità. È lapalissiano dire che soprattutto loro, soprattutto coloro che si sacrificano per gli altri, dovrebbero essere sempre tutelati, a maggior ragione in questo momento emergenziale. Non sembra però che i lavoratori dell’impianto siano salvaguardati e messi nelle condizioni di lavorare in condizioni di sicurezza, come peraltro impone la recente normativa».

 

La diffida del sindacato

«Risale al 20 marzo una lettera di diffida da parte di una sigla sindacale, rappresentativa dei lavoratori, con cui si richiedeva “la dotazione di protezione individuale” e “la sanificazione ambienti e mezzi di servizio”. Ad oggi, purtroppo, la situazione non pare essere migliorata e sarei ben lieto di essere smentito. Oltre al danno però si aggiunge la beffa: gli stessi lavoratori attendono ancora la mensilità del mese di febbraio. In modo che tutta la cittadinanza ne sia consapevole: gli operatori dell’impianto di Alli non solo aspettano mascherine e altri strumenti essenziali per prevenire il contagio, ma lavorano in queste condizioni estreme con una mensilità di ritardo».