Il movimento "Giù le mani dal Porto" si trova al centro di una vivace disputa riguardante un imponente investimento nell'area portuale di Corigliano Rossano. Rosa Abate, già parlamentare e coordinatrice del movimento, ribadisce la posizione ferma del comitato e illustra le preoccupazioni e le motivazioni che stanno alimentando la resistenza contro il progetto. Intanto questo pomeriggio si è svolto un nuovo presidio nei pressi del mercato ittico.

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Qual è la posizione del vostro movimento rispetto all'investimento proposto nell'area portuale?
«La posizione del nostro movimento è chiara e ferma - riferisce Abate - siamo contrari all'investimento proposto nell'area portuale. Non vogliamo che il nostro territorio assuma una visione industriale, contrastante con la vocazione turistica che auspichiamo».

Denunciate l’indisponibilità ad accedere alla documentazione ufficiale. Cosa ne pensate?
«È preoccupante che le carte richieste non siano ancora arrivate, né a noi né al sindaco. Disapproviamo il fatto che il sindaco non sia stato in grado di accedere a queste informazioni, poiché crediamo che l'amministrazione debba fornire trasparenza riguardo a procedimenti amministrativi di interesse pubblico».

Dal punto di vista amministrativo, ci sono differenze tra il cantiere di metallurgia pesante al porto e il parco di pale eoliche?
«Dal punto di vista amministrativo, ci sono differenze in quanto gli organi competenti per questi due impianti sono diversi. Tuttavia, politicamente, entrambi minano la vocazione turistica del nostro territorio, il quale è orientato al turismo».

Come valutate l'argomento dell'occupazione e dei posti di lavoro?
«Riteniamo che la promessa di creare occupazione sia una "caramella" che ci viene offerta. Non possiamo accettare di sacrificare parti importanti del nostro territorio a favore di progetti che, secondo il nostro studio preliminare, apporterebbero pochi benefici tangibili alla comunità».

Secondo lei, l'amministrazione comunale ha il potere di opporsi a questo investimento?
«Sì, ritengo che il sindaco, in quanto maggiore autorità sul territorio, abbia il potere di dare un orientamento che vada in direzione opposta a un'industrializzazione eccessiva. Dovrebbe utilizzare gli strumenti a sua disposizione per evitare che infrastrutture cruciali, come il porto, finiscano nelle mani di società straniere».

Il movimento "Giù le mani dal Porto" rimane saldo nella sua posizione, chiedendo una visione equilibrata e sostenibile per il territorio di Corigliano Rossano. La coordinatrice, Rosa Abate, sottolinea l'importanza della tutela del territorio e dei diritti dei cittadini, invitando a considerare attentamente l'impatto di progetti di tale portata sulle comunità locali.