La riunione

Baker Hughes a Corigliano Rossano, Stasi: «Serve una pianificazione adeguata, non possiamo concedere un’area del porto senza garanzie»

Conferenza dei capigruppo con il presidente dell'Autorità portuale e i vertici della multinazionale. Agostinelli si è detto disponibile a discutere ulteriori investimenti per la marineria locale e lo sviluppo della banchina crocieristica. Sindacati convinti sia dal punto di vista delle ricadute occupazionali sia da quello dell'impatto ambientale

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di Matteo Lauria
31 agosto 2024
18:34

La conferenza dei capigruppo di Corigliano Rossano, presieduta dalla presidente del Consiglio comunale Rosellina Madeo, tenutasi questa mattina, allargata al massimo rappresentante dell’Autorità portuale di Gioia Tauro Andrea Agostinelli e ai vertici di Baker Hughes collegati per via telematica nonché alle associazioni di categoria, e alle rappresentanze della maggioranza e della minoranza, ha affrontato la questione di uno degli investimenti più importanti presenti sul territorio.

La discussione ha aperto nuovi profili di ragionamento che, tuttavia non sembrano essere soddisfacenti per il sindaco Flavio Stasi che chiede gli impianti di produzione nel retro porto e non già fabbricati per la logistica. A fine incontro la conferenza dei capigruppo ha deciso per una nuova riunione al fine di esaminare nei dettagli gli esiti.


Il sindaco Flavio Stasi si è espresso sulla consapevolezza e sulle procedure amministrative emerse durante la conferenza. «A seguito di questa conferenza, saremo tutti più consapevoli del progetto e delle procedure amministrative che sono state eseguite, e questo è positivo» ha dichiarato Stasi. L’amministratore ha evidenziato la mancanza di apertura da parte delle aziende coinvolte riguardo a modifiche significative al progetto, ribadendo che le strutture marginali proposte per lo spostamento rappresentano solo il 5% dell'investimento totale.

Uno dei temi più critici emersi durante la conferenza è stato il problema della pianificazione del porto. «In assenza di una pianificazione adeguata, non si può concedere un quarto o un terzo del porto senza garanzie concrete» ha sottolineato Stasi, lamentando che la mancanza di pianificazione ha impedito lo sviluppo del porto negli ultimi anni. Il sindaco ha anche evidenziato che le proposte avanzate dal Comune sono rimaste inascoltate, nonostante siano state messe nero su bianco e condivise con tutte le parti interessate.

Stasi ha toccato il tema del ricorso al Capo dello Stato, una mossa dettata da presunte violazioni procedurali nella gestione del progetto. «Non è regolamentata, ed è quello che ho cercato di far capire anche agli interlocutori regionali» ha spiegato il sindaco.

Stasi ha apprezzato l’utilizzo dei poteri straordinari della Zona economica speciale (Zes), che richiedevano però la convocazione di una conferenza dei servizi per permettere agli enti coinvolti di esprimere un parere sull’autorizzazione unica Zes. «Il Comune avrebbe potuto esprimersi in quella sede, ma purtroppo ciò non è avvenuto» ha aggiunto. «Le interlocuzioni con l’azienda ci sono sempre state e continueranno ad esserci» ha affermato Stasi, riconoscendo la serietà di Baker Hughes, pur ribadendo che il compromesso deve essere raggiunto tenendo conto delle esigenze di entrambe le parti. Il sindaco ha precisato che lo spostamento di strutture marginali non può essere considerato un'apertura significativa, ma ha lasciato aperta la possibilità di discutere soluzioni più sostanziali, come lo spostamento di una parte della produzione.

La presidente Madeo sottolinea il clima collaborativo

La presidente del Consiglio comunale Rosellina Madeo ha evidenziato come l'incontro si sia svolto in un clima di grande cordialità e collaborazione, con tutti i capigruppo e gli invitati impegnati a facilitare una discussione costruttiva. Madeo ha dichiarato che il confronto è stato improntato alla massima responsabilità da parte di tutti i partecipanti, sia i capigruppo che i rappresentanti delle categorie e delle associazioni invitate.

«Abbiamo seguito una linea condivisa, e tutti gli interventi sono stati allineati a quanto ci eravamo prefissati in sede di capigruppo» ha affermato Madeo. Ha sottolineato che l'assenza di alcuni movimenti e associazioni, come il movimento per “Giù le mani dal porto” o altri, non è stata dettata da una volontà di esclusione, ma da una scelta metodologica volta a concentrare la discussione sui protagonisti direttamente interessati dall'insediamento.

Per Madeo sia Baker Hughes che l'Autorità Portuale hanno mostrato un atteggiamento collaborativo, rispondendo con puntualità alle domande tecniche poste durante la conferenza. Tuttavia, Madeo ha precisato che la politica non si è espressa in questa sede, rimandando le valutazioni a momenti successivi. «Dal punto di vista tecnico, mi ritengo soddisfatta del confronto», ha detto Madeo, aggiungendo che le posizioni emerse erano quelle attese, senza sorprese.

Un incidente di percorso ha riguardato la partecipazione di alcuni movimenti, come il Movimento per il Sì, che ha lamentato di non essere stato ammesso alla conferenza nonostante l'invio di una Pec. Madeo ha chiarito che la scelta di non invitare alcuni movimenti non è stata motivata da intenti censori, ma dal desiderio di mantenere la discussione focalizzata sui rappresentanti istituzionali, le aziende coinvolte e le principali categorie interessate.

La minoranza: «Opportunità storica per il territorio con la pianificazione portuale»

Durante la conferenza dei capigruppo, Pasqualina Straface, capogruppo del Movimento del Territorio, ha espresso una posizione chiara e determinata riguardo al progetto Baker Hughes, sottolineando l'importanza di considerare questa iniziativa come un'opportunità storica per il territorio. Straface ha chiarito che la minoranza ha richiesto con forza la convocazione di un Consiglio comunale, ritenendo che questi incontri debbano riflettere la volontà della comunità.

Secondo lei, l'insediamento proposto dalla Baker Hughes rappresenta un'occasione irripetibile per il territorio, non solo per le potenziali ricadute economiche, ma anche per i benefici occupazionali che potrebbe portare, soprattutto in un contesto di alta disoccupazione giovanile. Nonostante l'entusiasmo per le opportunità che il progetto potrebbe offrire, Straface ha insistito sull'importanza di garantire che l'insediamento sia compatibile con le vocazioni del territorio, in particolare con le attività legate alla marineria di Schiavonea e al turismo. Ha rassicurato che all'interno del piano industriale della Baker Hughes sono state fornite tutte le garanzie necessarie riguardo l'impatto ambientale, un aspetto che il Movimento del Territorio considera prioritario rispetto a qualsiasi altro fattore.

Straface ha inoltre affrontato il tema della pianificazione delle aree portuali, facendo riferimento alle recenti riforme del 2021 che permettono di andare oltre le norme standard in casi eccezionali come quello del progetto Baker Hughes. Ha ricordato che l'ammiraglio Agostinelli ha presentato un documento di pianificazione strategica che potrebbe influenzare gli indirizzi futuri del porto, sottolineando la necessità di decidere quale tipo di sviluppo si vuole per il territorio.

Una delle novità emerse durante la conferenza è stata la disponibilità espressa da Baker Hughes a considerare la possibilità di spostare alcune attività nella zona retroportuale, una mossa che, secondo Straface, potrebbe facilitare l'accoglienza dell'investimento. «Se questa disponibilità si concretizzerà, sarà possibile accogliere l'investimento con la garanzia delle organizzazioni sindacali, un aspetto cruciale per noi» ha concluso la capogruppo.

Convergenza al progetto dalle sigle sindacali

Secondo Giuseppe Guido, segretario generale della Cgil Sibaritide Pollino Tirreno, l'incontro è stato utile per chiarire alcuni dubbi dei consiglieri comunali. «Ho sentito un'azienda chiara sulle ricadute occupazionali, dirette e indirette, dell'impianto che intendono costruire» ha dichiarato Guido, sottolineando la disponibilità dell’azienda a spostare alcune parti dell'impianto non essenziali alla produzione nella zona retroportuale, un segnale di flessibilità che potrebbe risultare decisivo.

Il presidente dell’Autorità portuale, Agostinelli ha manifestato la sua disponibilità a discutere ulteriori investimenti per la marineria locale e per lo sviluppo della banchina crocieristica, due settori cruciali per il futuro del porto e della comunità. Queste aperture sono state viste come segnali positivi, soprattutto in un contesto in cui la trasparenza e la chiarezza sono fondamentali per prendere decisioni informate. Tuttavia, rimane qualche incertezza sugli obiettivi reali della riunione.

«Non so se il vero scopo era fugare dubbi o se siamo di fronte a un tentativo di guadagnare tempo. Lo scopriremo nei prossimi giorni» ha commentato Guido, evidenziando una certa ambiguità percepita nell’approccio all’incontro. Ora la responsabilità è nelle mani della politica. La decisione finale spetta al Consiglio comunale, che dovrà esprimersi sull'opportunità di accogliere questo investimento. «Mi aspetto che il Consiglio comunale si riunisca presto, perché è lo spazio della politica che deve esprimersi» ha affermato Guido.

Dal canto suo, il sindacato è fermo sulla necessità di sostenere l'investimento, considerandolo una «opportunità rilevante e unica per il territorio». Giuseppe Lavia, segretario provinciale della Cisl, ha espresso un chiaro sostegno all'investimento definendolo un'opportunità importante per il territorio. Lavia ha sottolineato come l'investimento sia pienamente compatibile con le vocazioni locali, soprattutto dal punto di vista ambientale. «Non c'è da scegliere tra lavoro e ambiente» ha affermato, rimarcando che il progetto rappresenta non solo un punto di partenza, ma anche un'opportunità per l'ulteriore sviluppo di attività economiche nell'area.

L'incontro ha inoltre chiarito le prospettive occupazionali, con l'obiettivo di coinvolgere circa 180 lavoratori, di cui si punta a garantire che la maggior parte sia assunta direttamente da Baker Hughes.

Un altro tema cruciale emerso riguarda la possibile delocalizzazione nel retroporto di attività non direttamente legate alla produzione. Lavia ha accolto positivamente l'apertura dell'azienda a valutare questa opzione, vedendola come uno spazio politico da sfruttare per non perdere l’opportunità di sviluppo offerta dall’investimento.

Paolo Cretella, segretario provinciale della Uil di Cosenza, ha ribadito la ferma posizione del sindacato a favore dell’investimento proposto da Baker Hughes. Cretella ha sottolineato che la Uil supporta l'iniziativa non solo per le potenziali ricadute occupazionali, ma anche per l'attenzione posta all'impatto ambientale e alla compatibilità con le altre vocazioni del porto, come la marineria e la futura banchina croceristica. La Uil ha valutato con grande attenzione l'impatto ambientale del progetto, una priorità data l'esperienza negativa con precedenti imprenditori che hanno devastato il territorio.

L'analisi del sindacato ha concluso che il progetto di Baker Hughes, che coinvolge principalmente attività di verniciatura e saldatura, non avrà un impatto ambientale significativo. Anche dal punto di vista paesaggistico, le richieste del Comune sono state chiarite, dissipando ulteriori dubbi.

 

Giornalista
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