VIDEO | Il consorzio nel quale sono confluite tutte le cinque ex aziende per lo sviluppo industriale, secondo quanto denunciato dai sindacati confederali, è senza piano industriale e versa in una profonda crisi
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Senza stipendio da tre mesi, senza versamento dei contributi, senza buoni pasto. Il lavoratori del Corap, il Consorzio regionale per le attività produttive nato nel 2016 e in cui sono confluite tutte le cinque ex aziende per lo sviluppo industriale, sono alla frutta e da giorni sono in stato di agitazione.
Nonostante lavorino per un ente della Regione e si occupino di questioni delicatissime come quella della depurazione non portano a casa il salario. Stamattina, affiancati dai sindacati confederali hanno presidiato l’entrata del Consorzio, chiedendo attenzione per una realtà che fa fatica a decollare e che, secondo loro, dovrebbe essere “spoliticizzata”.
Tanti i nodi da sciogliere per fare partire a pieno regime il Corap, attualmente affidato al commissario straordinario Carmelo Salvino. Centosette in tutto i lavoratori. «Questo Consorzio versa in una grave crisi organizzative e gestionale – afferma il segretario generale Cisl Fp Calabria Luciana Giorgano a laCNews24 - una crisi che non fa intravedere prospettiva. Manca addirittura il piano industriale. Tra l’altro - aggiunge - noi sindacati confederali da tre anni chiediamo di conoscere questo piano e non ci è stato possibile averne contezza».
«È un soggetto di intermediazione della Regione in tutte quelle attività di sviluppo industriale e di rilancio del territorio. Un ente che dovrebbe fungere da leva strategica per la crescita della Calabria», dice ancora l’esponente sindacale.
«Lavoriamo 365 giorni all’anno, ci occupiamo di settori cruciali come quello della depurazione. È frustante non avere nemmeno i soldi per pagare l’affitto di casa», ci dice, invece, uno dei lavoratori.
Il rischio, spiega Maria Alfonsa Farfaglia, Rsa Cisl, è «di creare danni ambientali, non avendo la possibilità di fare la depurazione correttamente».
La riforma che ha portato alla nascita del Corap non sarebbe, insomma, secondo lavoratori e sindacati, andata a buon fine. Mai attuate le linee guida che avrebbero dovuto segnarne il perimetro, spiega Grazia Pungitore, Rsa Cgil. E non ci sarebbero solo gli stipendi arretrati, ma anche istituti contrattuali firmati nel 2017 e mai rispettati.
Servirebbe un sostegno, spiega Fabio Francesco Carvelli, Rsa Uil, per questa fase di start up.