Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che dà il via libera alla mappatura delle spiagge e questo farà slittare ancora la messa a gara. La soddisfazione del consigliere regionale Pietro Molinaro (Lega): «Il Governo ha salvaguardato i 20mila lavoratori»
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Possono tirare un sospiro di sollievo le circa 2mila attività di balneari calabresi. La gara per il rinnovo delle concessioni, almeno per il momento, non ci sarà nonostante i continui richiami dell’Unione Europea alla direttiva Bolkestein. Bruxelles vuole che le concessioni siano assolutamente messe a gara, anzichè portare avanti proroghe su proroghe, anche per quella che definisce la "scarsità della risorsa” ovvero di spiagge.
Il centrodestra, però, ha sempre sostenuto che in Italia questo problema non esiste, figuriamoci in Calabria dove possiamo godere di circa 800 km di costa. In realtà non è detto che sia proprio così perché bisognerebbe considerare la quota di costa che dovrebbe, per legge, rimanere libera. Poi bisognerebbe capire dove sono situate queste zone libere e la loro accessibilità.
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Proprio per risolvere tutti questi nodi ieri il Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri dell’Economia e degli Affari regionali, Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli, ha approvato il decreto legislativo che dà il via alla mappatura di tutte le concessioni sul demanio pubblico e quindi anche delle spiagge.
Regioni, Comuni, Province ed enti locali dovranno inviare i dati dei loro beni demaniali in concessione a una nuova piattaforma digitale creata ad hoc presso il ministero dell’Economia — il Siconbep — con le informazioni su concessioni, concessionari, durata, rinnovo, entità del canone. I dati verranno poi pubblicati sul sito del Mef. L’iniziativa, spiega il ministero, «consentirà di censire e aggiornare tutte le concessioni (in essere o nuove) relative a tutti i beni pubblici».
Le spiagge in realtà sono già censite in una loro apposita banca dati — il Sid — al ministero delle Infrastrutture che non verrà cancellata bensì verrà fatta interagire con quella del Mef. Così mentre l’opposizione, Verdi in testa, grida alla cementificazione dei nostri litorali, il Governo ribadisce che non ci sarà «nessuna privatizzazione o cementificazione delle spiagge, ma una mera attuazione dell’articolo 2 della legge sulla Concorrenza del 2021 che persegue il ben diverso obiettivo di assicurare la massima trasparenza e pubblicità di tutti i rapporti concessori».
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Quel che conta, soprattutto per i balneari, che la ricognizione farà rinviare ancora una volta la messa a gara delle concessioni, così come da tempo chiede la Lega. Attualmente sono circa 2000 le attività balneari che danno lavoro a circa 20mila persone per un giro d’affari che è stato stimato intorno ai circa 500 milioni di euro.
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«Era quello che era giusto fare e che, come Lega, abbiamo sostenuto dalla prima ora! - dice il consigliere regionale del Carroccio, Pietro Molinaro -. Abbiamo difeso il lavoro ed evitato il caos basti pensare che le concessioni balneari in Calabria hanno numeri significativi: circa duemila imprese con 20mila lavoratori. Ho sempre sostenuto, che la mappatura omogenea delle spiagge era la strada giusta. Un punto di equilibrio, nel rispetto delle regole europee e a tutela del valore delle imprese. Infatti, ciò che ha sempre orientato la Lega su questa vicenda – precisa Molinaro - non era un braccio di ferro con l’Unione Europea, bensì allinearsi al diritto comunitario ma tutelare imprenditori e lavoratori delle strutture balneari con procedure imparziali, trasparenti ed equilibrate. La Calabria da questo ha solo da guadagnarci».