La manifestazione vuole denunciare l'assenza nella legge di stabilità di misure necessarie a garantire adeguate risorse per far fronte alle calamità che hanno colpito le regioni produttrici di olio
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Anche gli agricoltori calabresi parteciperanno domani alla manifestazione promossa da Coldiretti a Roma in difesa dell'olivicoltura italiana. «Il dato - spiega la confederazione agricola - ormai è assodato e non sono più stime: meno 40% di olio d'oliva con punte di oltre il 50%, per la campagna olivicola 2018-2019, per colpa delle condizioni climatiche che hanno permesso l'attacco della mosca, della tignola e in alcune zone il tripide, un mix che ha causato la cascola delle olive dagli alberi».
La giornata di domani avrà come obiettivo quello di denunciare l'assenza nella legge di stabilità delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale, per far fronte alle calamità che hanno colpito le regioni produttrici di olio tra cui la Calabria. «La nostra regione - ricorda la Coldiretti - è la seconda in Italia (la terza in Europa) produttrice di olio con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari e 215 milioni di piante, una produzione media annuale di olio in di circa 260mila tonnellate con quasi il 50% biologico e un impiego di manodopera di 15milioni di giornate lavorative».
Sottolinea il Presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto: «Dati significativi che sono lo specchio fedele di un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l'economia e l'occupazione». Coldiretti Calabria e l'Associazione Olivicola Assoproli domani, insieme ad agricoltori provenienti da altre regioni italiane, dalla 9,30, saranno nella capitale in via XX Settembre davanti Ministero delle Politiche Agricole, dove è previsto l'incontro di una delegazione guidata dal presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini, con il Ministro Gian Marco Centinaio.
Il Presidente di Assoproli, Giuseppe Oliva, ha evidenziato che «all'evidente danno economico si è aggiunta la crescita di importazione di olio extracomunitario che, sbucando dalle nebbie diventa magicamente olio calabrese ed italiano solo sulla carta. Una pericolosissima "macchia d'olio" - è il commento finale - che si può allargare favorendo comportamenti e triangolazioni scorrette che per la loro pervasività stanno già assestando un duro colpo all'olivicoltura».