Rette per asili e mense già versate, vacanze prenotate, biglietti per concerti e partite di calcio ormai acquistati, abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico già sottoscritti... Poi però lo scoppio dell’emergenza coronavirus e le limitazioni agli spostamenti disposte dal governo hanno reso vane queste spese.

 

Di fronte a una tale situazione, Codacons fa sapere che è possibile ottenere il rimborso di quanto sborsato. Il servizio per cui si aveva già pagato, infatti, non può essere goduto per cause di forza maggiore, riconducibili appunto all’improvvisa ed imprevedibile epidemia che si sta diffondendo.

 

È quindi possibile appellarsi all’articolo 1463 del Codice civile: dalla sopravvenuta impossibilità di ricevere la prestazione per la quale è stato già corrisposto il prezzo o parte del prezzo, consegue la risoluzione del contratto e il diritto dei consumatori ad ottenere il rimborso di quanto già pagato.

 

L’Associazione, pertanto, con l’obiettivo di tutelare gli interessi e i diritti dei consumatori, ha messo a disposizione sul proprio sito, oltre ad un vademecum sull’emergenza coronavirus, dei moduli per chiedere il rimborso delle spese sostenute dai cittadini per viaggi (treni, aerei, hotel, ecc.), soggiorni di piacere, concorsi pubblici, manifestazioni, feste ed eventi vari, biglietti e abbonamenti calcistici, rette per gli asili privati e comunali e per il servizio di refezione scolastica.

 

«Ci rendiamo conto delle difficoltà delle imprese – si legge in una nota dell’Associazione -, ma a loro deve pensare lo Stato attraverso specifiche misure di sostengo economico, e mai possono essere sottratti ai cittadini soldi per prestazioni non rese perché si configurerebbe il reato di appropriazione indebita».