Da Mangialavori a Tallini passando per Viscomi, i rappresentanti calabresi invocano la riapertura del reparto chiuso in queste ore per carenza di organico. L’Asp di Catanzaro però precisa che l’attività ambulatoriale è garantita
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È un coro di indignazione e protesta quello messo in piedi da una parte della politica calabrese contro la chiusura del reparto di Ortopedia dell'ospedale di Soverato.
Ad aprire le danze era stato ieri il deputato Pd Antonio Viscomi: «Spero – commentava - che i tempestivi interventi risolutivi promessi dal management dell’Asp di Catanzaro al sindaco di Soverato in merito all’ospedale cittadino, e in particolare al reparto di ortopedia, siano veramente tali. Continuare a promettere senza mantenere è una pessima politica e non porta da nessuna parte, genera sfiducia e insofferenza nei cittadini».
A Viscomi ha fatto eco questa mattina il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Tallini, che ha invocato l’intervento del ministro della Sanità, puntando il dito contro il primo cittadino di Soverato e il governo regionale: «Il Sindaco Ernesto Alecci anziché parlare in generale dei consiglieri regionali scomparsi al termine della campagna elettorale, dovrebbe fare riferimento ai suoi compagni e dirigenti del Partito Democratico come il Presidente Oliverio cui spetta il potere di nomina dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Calabresi, dopo essere stato lui stesso al servizio della campagna elettorale di coloro che oggi individua come responsabili».
Anche il senatore forzista Giuseppe Mangialavori ha voluto dire la sua sulla vicenda: «La chiusura del reparto di Ortopedia dell'ospedale di Soverato è una decisione grave, la cui responsabilità ricade sul commissario della Sanità, sulla Regione Calabria e sul governo nazionale, che dovranno dare risposte immediate e scongiurare il blocco di un servizio fondamentale».
La risposta dell’Asp di Catanzaro non si è fatta attendere. In una nota ha infatti chiarito che «con l’esiguo personale medico in organico l’unica scelta possibile è stata quella di garantire le attività ambulatoriali per esterni ed il supporto al Pronto Soccorso h24, nel rispetto delle norme che regolano i turni di lavoro».
Nel ricostruire la vicenda, l’azienda ha evidenziato come «la carenza di personale che riguarda un po’ tutti i servizi ha fatto sì che l’Asp si adoperasse sin da gennaio 2016 per assicurare la piena funzionalità del servizio, richiedendo ed ottenendo l’autorizzazione da parte della Struttura Commissariale all’assunzione di una unità di personale medico» ma, nonostante l’interessamento, tutte le procedure messe in atto «sono andate deserte, per cui non si è potuto fare altro che prendere atto della impossibilità a reperire professionisti disposti ad assumere l’incarico». Inoltre, ha concluso l’Asp, «in un ulteriore tentativo di reperire personale medico anche al di fuori del territorio regionale, è stato indetto in data 19 luglio scorso un avviso di mobilità volontaria interregionale, per il quale si resta in attesa di risposta».