Le federazioni di categoria delle tre organizzazioni sindacali ribadiscono che non serve alimentare la “guerra tra poveri” negando la validità di consolidate procedure di democrazia sindacale
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Sembra profilarsi uno scontro tra sigle sindacali sulla vertenza dei 40 lavoratori della cooperativa agricola Osas Campoverde che hanno annunciato di manifestare davanti ai cancelli del gruppo con sede a Cammarata lunedì mattina. La protesta anticipata da Confial al termine di un’assemblea celebrata ieri a Castrovillari vuole portare all’attenzione dell’azienda il presunto mancato accordo sottoscritto dall'azienda relativamente alla «parità di giornate lavorative delle lavoratrici e dei lavoratori stagionali, relativamente al numero delle giornate lavorative da effettuare per ciascuno, con il superamento di anacronistiche “fasce” del numero delle giornate per singoli lavoratori precedentemente stabilite con le organizzazioni sindacali».
Nel merito sono intervenuti i segretari delle federazioni di categoria, provinciali e territoriali, di CGIL – CISL – UIL, rispettivamente Silvano Lanciano (segretario generale Flai Cgil di Castrovillari), Antonio Degregorio (segretario generale Uila Uil di Cosenza) e Antonio Pisani (segretario generale Fai Cisl di Cosenza) i quali rappresentano la stragrande maggioranza delle maestranze impiegate presso la Cooperativa Ortofrutticola Osas del Gruppo Campoverde SpA e «stigmatizzano il deplorevole comportamento di talune sigle sindacali che continuano a strumentalizzare il bisogno di lavoro delle persone per alimentare colpevolmente una “guerra tra poveri” negando la validità di consolidate procedure di democrazia sindacale, accordi e consuetudini aziendali che hanno garantito il lavoro dignitoso e la gestione equilibrata di prerogative e diritti delle maestranze impiegate, soprattutto negli ultimi anni caratterizzati da una crisi senza precedenti della filiera della frutta estiva». Per i tre segretari si ribadisce il fatto che l’azione sindacale confederale «è improntata all’applicazione di norme contrattuali ben definite nei contratti collettivi, nazionale e provinciale, oltre a consolidate buone pratiche di accordi sindacali e consuetudini aziendali sempre promulgati dalla maggioranza delle lavoratrici e lavoratori dipendenti della Cooperativa Ortofrutticola Osas, nella migliore tradizione del sindacalismo confederale e delle buone pratiche dell’esercizio della democrazia sindacale, al fine di salvaguardare il maggior numero di lavoratori e famiglie in termini di occupazione e reddito, concertando con l’Azienda le misure più idonee ed equilibrate proprio per evitare conflitti tra le maestranze che hanno diritti e prerogative all’uopo ben regolate».
L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti della Cooperativa Ortofrutticola OSAS – Campoverde, aderenti e non alle Federazioni di categoria di CGIL – CISL – UIL , che rappresentano la stragrande maggioranza del personale addetto al ciclo produttivo nello Stabilimento di Castrovillari, evidenziano «l’assoluta ed inaccettabile strumentalità di certo sindacalismo autonomo, rappresentato da ben note personalità del sindacalismo nostrano che ben poco hanno a che fare non solo con i princìpi e valori solidaristici del Sindacato Confederale, ma neanche intendono comprendere e accettare le elementari e consolidate regole della democrazia sindacale. Infatti, questi hanno annunciato uno stato di mobilitazione, di una piccola parte di operai, con manifestazione davanti ai cancelli dell’azienda da parte dei lavoratori non contro l’Azienda ma contro il resto delle maestranze che si stanno alternando al lavoro secondo accordi, pratiche e consuetudini consolidate e concordate con spirito unanime di salvaguardare il lavoro e l’occupazione».
L’andamento della campagna agraria, fin dall’inizio, ha mostrato forti criticità con mancanza di prodotto conferito alla Cooperativa in misura notevolmente ridotta, tanto che a fronte di 163 unità operative assunte dall’Azienda l’occupabilità è oggettivamente e di fatto ridotta alla metà. Pertanto Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, ribadiscono la loro «assoluta contrarietà a queste inaccettabili modalità di fare sindacato da parte di ben noti soggetti che strumentalizzano bisogni e necessità dei lavoratori a discapito e contro altri lavoratori, in spregio a tutte le regole ed i principi dell’azione e della democrazia sindacale di partecipazione dei lavoratori alle decisioni che li riguardano».