VIDEO | Lo dice uno studio dell’associazione “Lavoro & welfare”. Lavoratori in difficoltà in tutta la regione, la provincia più colpita è quella di Crotone
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Se lo specchio dell’economia calabrese sono i numeri, c’è ben poco da stare allegri guardando ai dati elaborati dal centro studi "Mercato del lavoro e contrattazione" dell’associazione “Lavoro & welfare” dell’ex ministro Cesare Damiano.
A gennaio 2021, rispetto allo scorso anno, le ore di cassa integrazione sono cresciute di più del 1500 per cento. Un dato importante che fa da regia ad una serie di approfondimenti ed analisi che, scendendo nei territori, rendono ancora più allarmante la situazione. Specie ora che con la somministrazione dei vaccini si inizia a pensare alla possibile ripresa, tra tempi e strumenti.
Ma, stante le macerie che il virus ha lasciato, il ritorno alla normalità, in una regione che da sempre lotta con stagnazione, deficit, lavoro nero e alti tassi di disoccupazione, diventa ancora più complesso da costruire. Cig e fondi di solidarietà sono diventati per la Calabria i due binari sui quali far sopravvivere le aziende, ma questo ossigeno imprenditoriale si è tramutato in perdite di ore di lavoro e collassi reddituali per i lavoratori interessati.
Tra i dati interessanti che emergono dallo studio, la proporzionalità diretta tra l’aumento dei contagi e quello delle richieste di ore Cig che diventa di fatto altelenate di mese in mese. A gennaio la Calabria ha impiegato 1.825.698 ore di Cassa integrazione ordinaria. Crotone con 3720 per cento in più è stata la provincia che più vi ha ricorso. A seguirla Cosenza con un aumento di 1.675,19 ore, Vibo Valentia con più 1591. Catanzaro ne ha richiesto il 593 per cento in più, mentre Reggio fa da coda con 442 per cento in più.