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Concordare con i comuni calabresi morosi ed inadempienti una soluzione a “saldo e stralcio” dei canoni idrici per avviare, così, il riequilibrio dei bilanci della Sorical senza procedure fallimentari. Programmare un nuovo piano di erogazione del servizio che consenta alla Regione di esigere direttamente i tributi così da poter abbattere i costi per i cittadini, evitando ovviamente la creazione dell’ennesimo ed inutile carrozzone per il servizio di riscossione a danno della collettività.
È questa la soluzione suggerita dal Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria nonché presidente nazionale del movimento Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, che a proposito dell’annosa vicenda che ormai da anni interessa la Società risorse idriche calabresi Spa, dal 2012 in gestione controllata, ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio.
"Lo scorso settembre – dice Graziano – il Governatore ha tracciato la rotta rispetto agli impegni che la Regione assumerà all’interno e nei confronti delle diverse società partecipate erogatrici di servizi. Non una parola, però, sul futuro della Sorical che rimane una delle aziende pubblico-private più in crisi della Calabria, a causa della sua impossibilità a riscuotere i crediti vantati nei confronti dei comuni. Tutto questo nonostante i calabresi paghino puntualmente, e anche di più rispetto ai cittadini di altre regioni, il loro obolo ai comuni per ritrovarsi, alla fine, con un servizio che – nel vero senso della parola – fa acqua da tutte le parti. C’è pertanto un vulnus che va urgentemente colmato se si vuole ritornare a garantire agli utenti un servizio fondamentale.
La strada per una nuova gestione delle risorse idriche regionali – aggiunge il Segretario questore – negli anni scorsi l’hanno segnata Puglia e Basilicata che hanno avocato a loro il compito diretto di riscossione dei canoni, bypassando i comuni e colmando il vuoto di cassa. Prima, però, di giungere a questa soluzione, che non solo solleverebbe gli enti locali dall’ingrato compito dell’esazione dei tributi per l’acqua quanto li aiuterebbe a governare meglio i bilanci, bisognerebbe riunire attorno ad un tavolo i Comuni morosi ed inadempienti, poco più di una ventina se si considera che il maggior passivo arriva proprio dalle realtà capoluogo e dai municipi medio grandi, per stabilire un piano di rientro dal debito, anche in saldo e stralcio. Una volta parificato il vuoto di cassa si potrebbe finalmente avere una gestione diretta e più oculata delle risorse destinate al sistema idrico. La stessa che consentirebbe – scandisce Graziano – innanzitutto di avviare da subito i lavori di ammodernamento e riqualificazione della rete delle acque regionali e, addirittura, un nuovo piano strutturale mirato a razionalizzare le risorse e a ridurre gli sprechi. Inoltre, avendo in capo la riscossione senza il filtro dei comuni, la Regione potrebbe avere il vantaggio di disporre in tempo reale del quadro dei crediti esigibili utilissimo al fine di varare una sana e credibile programmazione economica.
L'interrogazione
Ecco l’interrogazione a risposta immediata Sullo stato di liquidazione di So.Ri.Cal. Spa, sulle prospettive di ri-pianificazione del debito e sulla possibilità di avviare una nuova e più virtuosa gestione della rete idrica regionale presentata da Giuseppe Graziano.
Premesso che
- Nel febbraio 2003 veniva costituita la società So.Ri.Cal. Spa per la gestione della rete idrica regionale;
- Alla nascente società, partecipata per il 53,5% delle quote dalla Regione Calabria e per la restante parte dal soggetto Acque di Calabria Srl, venivano affidati in concessione tutti gli impianti ex Cassa per il Mezzogiorno: 6000 km di condotte, 900 serbatoi, 300 impianti di sollevamento; 13 impianti di potabilizzazione; 7 traverse di derivazione e 2600 nodi di erogazione;
- Il contratto di gestione di So.Ri.Cal ha durata trentennale;
- In 14 anni di gestione, la So.Ri.Cal ha prodotto un debito di circa 372 milioni di euro, oggi razionalizzato a circa 215 milioni a seguito di gestione commissariale insediatasi nel 2012.
- I debitori di So.Ri.Cal. Spa sono tutti enti pubblici e principalmente i grandi Comuni calabresi e la stessa Regione Calabria attraverso la società Arsac;
Considerato che
- Nei mesi scorsi la parte privata, la Acque di Calabria Srl, che detiene le quote minoritarie di So.Ri.Cal. Spa, ha manifestato la volontà di voler cedere le proprie azioni societarie;
- Lo scorso mese di Settembre 2017, nel corso di una conferenza stampa, il Presidente della Giunta regionale della Calabria ha manifestato l’intenzione di voler dismettere la partecipazione della Regione da ben 19 società partecipate e, viceversa, di mantenere e potenziare la partecipazione in ben sette società ritenute strategiche per la “struttura Calabria”;
- Nella memoria di tutte le società citate dal Governatore Oliverio non si fa alcun riferimento a So.Ri.Cal. Spa, nonostante la stessa sia una tra le più importanti società amministrate dalla Regione e quella con il maggior volume di debiti;
- L’azione di So.Ri.Cal. Spa per riscuotere i crediti maturati negli ultimi 14 anni è risultata inefficace e il debito, salvo il varo di una nuova strategia di marketing aziendale cosiddetta business to customer tra fornitore del servizio e clienti, ha pochissime possibilità di essere ripianato;
- I cittadini continuano a pagare ai Comuni, comunque inadempienti, esosi canoni per l’approvvigionamento idrico;
- Gli stessi comuni, probabilmente, utilizzano gli introiti dei canoni idrici per pagare altri servizi;
- Negli ultimi anni alcune regioni del Meridione, tra cui la Puglia e la Basilicata, reduci dalla co-gestione fallimentare delle reti idriche regionali e dei bacini idrici di approvvigionamento, hanno deciso di avviare una più efficace gestione della rete idrica che attraverso la gestione diretta dei pagamenti dei canoni idrici riesce a garantire costante manutenzione degli acquedotti ed un’erogazione più efficiente;
Si interroga il Presidente della Giunta Regionale per sapere
- quali urgenti e improcrastinabili iniziative la Regione Calabria intende adottare per avere una gestione diretta dei pagamenti dei canoni idrici tra ente erogatore (Regione) e fruitore finale (Cittadino), senza il passaggio intermedio del Comune e soprattutto senza la realizzazione di nuove società fatte nascere appositamente per il servizio di riscossione che rappresentano solo un ulteriore spreco e un aggravio burocratico nonché di spesa e se ha al vaglio una soluzione in “saldo e stralcio” con i comuni morosi così da chiudere definitivamente il debito e ripartire con una nuova gestione del servizio.