VIDEO | I livelli pre pandemia non sono stati raggiunti come si sperava ma ci sono alcune province che fanno meglio delle altre, come Crotone e Vibo. Il settore delle costruzioni fa la parte del leone, ma anche il terziario ha tratto vantaggio dell’andamento favorevole del comparto turistico
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L’economia sul territorio calabrese, come nel resto dell’Italia e oltre, inizia questo nuovo anno facendo ancora i conti con il frangente pandemico non completamente superato e con le nuove emergenze legate al conflitto russo-ucraino e al conseguente rialzo dei costi di materie prime, energia e gas.
Secondo il rapporto recentemente presentato dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria, relativo al 2021 e al primo semestre 2022, nelle province calabresi, pur essendoci stata una certa ripresa, essa non è bastata per un ritorno ai valori pre-pandemici.
«Nessuna provincia calabrese ha recuperato i livelli di crescita pre-pandemici, con performance non favorevoli registrate a Reggio Calabria (-2,4% rispetto al 2019), seguita da Cosenza (-1,8%) e Vibo Valentia (-1,5%); variazioni più contenute ma comunque negative a Catanzaro (-0,6%) e Crotone (-0,4%)». Questo il dato evidenziato dal rapporto relativo a quanto non ancora recuperato rispetto al 2019. Ma ci sono segnali di ripresa, invece, rispetto all’anno buio del 2020.
Segnali di ripresa
Secondo di dati elaborati da Unioncamere e dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, «il confronto a livello provinciale evidenzia performance favorevoli di tutte le province della regione, con Crotone (+7,5%) e Vibo Valentia (+6,5%) che superano sia il dato nazionale (+6,1%) il dato regionale (+5,7%). Seguono Reggio Calabria con il 5,6%, Cosenza con il 5,4% e Catanzaro con 5,2%. Il valore aggiunto prodotto nella città di Cosenza è il più alto in regione, 9,8 miliardi di euro e rappresenta il 33,1% del valore aggiunto della Calabria. Segue la Città Metropolitana di Reggio Calabria con un valore pari a 8,5 miliardi di euro che incide per il 28,6% sul totale regionale e per lo 0,5% sul totale nazionale», si legge ancora nel rapporto della Camera di Commercio.
Il rilancio dei comparti produttivi
Dato confermato anche dal rapporto sull’economia calabrese della Banca d’Italia. «Nella prima parte del 2022 l’economia calabrese ha ancora beneficiato della fase di ripresa avviatasi dopo la crisi pandemica. Nel primo semestre l’attività economica ha registrato un incremento del 4,5 percento, dopo il netto recupero già osservato nel 2021. Tuttavia, la crescita ha rallentato nel corso dell’anno». Banca d’Italia prosegue con la sua disamina attenzionando i singoli settori. «La produzione industriale ha continuato a crescere come le costruzioni, sostenute soprattutto dalle misure di agevolazione fiscale relative al comparto dell’edilizia residenziale, seppur in parte frenate dall’incertezza normativa e dalle difficoltà di cessione del credito d’imposta, sottolinea Banca d’Italia. Il terziario ha tratto vantaggio dell’andamento favorevole del comparto turistico e dalla ripresa dei trasporti».
Imprese nate e imprese cessate
Sul fronte demografico delle imprese, secondo i dati di InfoCamere-Telemaco le iscrizioni in Calabria sono diminuite del 5,1% rispetto allo scorso anno, con una risalita delle cessazioni (in aumento di circa il 20 percento rispetto a un anno fa). Segnali positivi arrivano comunque anche dal mercato del lavoro e di riflesso anche dai consumi delle famiglie calabresi. Per quanto riguarda gli scambi con l’estero, «nel primo semestre del 2022, le esportazioni di merci sono cresciute in modo deciso, anche se il loro contributo al Pil rimane modesto (...)
Nel primo semestre del 2022, la crescita dei prestiti bancari alla clientela privata si è leggermente rafforzata, soprattutto per il comparto delle famiglie. Il credito al consumo e i mutui abitativi sono aumentati, riflettendo rispettivamente l’incremento della spesa delle famiglie e l’andamento favorevole del mercato immobiliare. La rischiosità del credito è rimasta contenuta, mentre i tassi di interesse a medio-lungo termine hanno iniziato a risalire, a seguito della normalizzazione della politica monetaria», prosegue il rapporto della Banca d’Italia.
Opere pubbliche e Pnrr
La crescita del comparto delle opere pubbliche appare più debole. Una forte accelerazione è attesa con le commesse legate ai fondi del Pnrr e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc). «Analizzando l’esito dei bandi di gara per l’aggiudicazione delle risorse e i successivi decreti di attribuzione, alla data del 17 ottobre scorso – si legge sul rapporto di Bankitalia - risultavano assegnati agli enti territoriali calabresi interventi per 2,6 miliardi, pari a 1.393 euro pro capite. Tra i progetti destinatari di maggiori assegnazioni si segnalano quelli per il potenziamento delle linee ferroviarie regionali e quelli relativi a asili nido e scuole dell’infanzia».