Le cifre fornite da Bruxelles circa le interruzioni di pagamento verso Germaneto: i dati contraddicono totalmente la ricostruzione della Cittadella e la inchiodano alle sue responsabilità
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Sono due i bandi coinvolti nell’interruzione dei pagamenti della Regione Calabria da parte dell’Ue e sono totalmente diversi da quelli a cui ha fatto riferimento la Regione nella replica alla nostra inchiesta, che ha accertato lo stop alle erogazioni per il sospetto di gravi irregolarità nella gestione dei fondi.
È la stessa Commissione europea, nella sua risposta alle nostre domande, a inchiodare la Cittadella di Germaneto, il management che si occupa della programmazione comunitaria e dei fondi per le politiche sociali alle sue responsabilità e a smentire totalmente le tesi della Regione Calabria e dei suoi uffici.
In questi documenti, che vi mostriamo in esclusiva, è la stessa Commissione Europea a fornire i dettagli circa le interruzioni di pagamento, le domande di pagamento attualmente bloccate e la ricostruzione con le date precise, che differiscono totalmente da quelle fornite nella replica della Regione Calabria. Ma andiamo a ricostruire la vicenda.
Il blocco dei fondi Ue alla Regione Calabria
Secondo le nostre fonti, confermate dalle istanze inviate alla Commissione Europea, la Regione Calabria ha subito da parte di Bruxelles un’interruzione di pagamento per delle gravi irregolarità amministrative riscontrate nel sistema di gestione e controllo del programma operativo regionale, sia a livello di management che a livello di audit.
Le criticità sono state riscontrate nella spesa del Fondo Sociale Europeo, la sezione delle risorse di coesione che si occupa di sostenere la formazione professionale, l’istruzione e le politiche per il lavoro: una sezione fondamentale, dunque, specialmente in una regione come la nostra che registra pesanti tassi di disoccupazione e di abbandono scolastico. Questi fondi, che già hanno registrato un rallentamento molto pesante della spesa nella prima parte del programma, adesso sono risultati al centro l’occhio del ciclone per le gravi carenze amministrative.
Quello che però ha preoccupato di più Bruxelles, dunque, non è stata tanto la spesa illegittima o una porzione di richiesta di risarcimento non conforme: ciò che preoccupa è particolarmente il fatto che la Regione Calabria abbia un sistema di gestione e controllo che presenta criticità e carenze, e che potrebbero quindi ripercuotersi anche su altri programmi. A queste si legano le criticità nell’Audit, ovvero la figura interna che dovrebbe occuparsi di verificare la correttezza delle procedure e che non è riuscita a rilevare queste criticità.
Blocco ai fondi Ue, le anomalie nella replica della Regione Calabria
La notizia ha scatenato una ridda di reazioni nel mondo politico, sindacale e tra gli addetti ai lavori: l’inchiesta di LaC News 24 ha generato un’interrogazione urgente alla Commissione Europea da parte dell’europarlamentare calabrese Laura Ferrara ed una serie di pesanti commenti da parte delle forze di opposizione, come i parlamentari Morra e Orrico e la neo consigliera regionale Amalia Bruni.
Nella giornata di ieri, la Regione Calabria ha però deciso di prendere posizione e di replicare alla nostra testata: la nota però presenta diverse anomalie e imprecisioni, che sono state riscontrate nella nostra controreplica. Ad esempio, la nota non risulta firmata: è molto strano, infatti, che non si sappia chi firma quelle osservazioni, se sia un Dipartimento o un dirigente, un assessore o l’Autorità di gestione. Inoltre ci sono diverse anomalie circa le date della presunta interruzione.
La Regione Calabria infatti riferisce che l’interruzione (che chiama però sospensione, che è una cosa diversa) segue una prima comunicazione del 31 agosto: cosa smentita dalla stessa Commissione, secondo la quale l’interruzione dei pagamenti è stata formalmente comunicata l’8 agosto agli uffici della Cittadella Regionale e per conoscenza alla Rappresentanza Permanente in Italia dell’Unione Europea, quindi al Governo stesso.
La Regione Calabria, inoltre, parla genericamente di una sola domanda di pagamento, di 200 milioni e relativa al 2018, che presenta un’irregolarità di circa 30mila euro. Minuzie, si potrebbe dire, per un bilancio regionale: strano, visto che le domande contestate alla Regione Calabria sono due e non una.
Blocco fondi, la Commissione Europea smentisce la Regione Calabria
Adesso, però, è la stessa Commissione Europea a fornirci in una nuova istanza ulteriori dettagli e confermando, come avevamo correttamente scritto, che due le domande di pagamento per le quali è stato interrotta l’erogazione. Una da un milione e mezzo di euro, presentata l’8 giugno 2021, e una molto più consistente da quasi 67 milioni di euro, presentata il 28 luglio. Una ricostruzione che smentisce totalmente le tesi della Regione Calabria, le date e gli importi, oltre che il periodo di riferimento: l’atto è recente e l’8 agosto la Commissione Europea ha comunicato l’interruzione.
Non è possibile conoscere, invece, le azioni poste sotto la lente dagli uffici comunitari: la procedura è ancora sotto contraddittorio e non è possibile comunicare sin da ora quali sono le osservazioni e gli eventuali tagli che potrebbero essere effettuati.
A nostra precisa richiesta, inoltre, la Commissione puntualizza anche che non sono pervenute altre richieste di pagamento da parte della Regione Calabria: il programma è di fatto bloccato, quindi, in attesa che gli uffici della Cittadella riescano a trovare le anomalie, verificarle e dare una risposta esaustiva che permetta di sbloccare l’interruzione.
Questa risposta della Commissione Europea, quindi, smentisce totalmente la ricostruzione della Regione Calabria, che parla di una procedura vecchia e di richieste di informazioni pervenute a fine agosto e di chiarimenti inviati a settembre circa una procedura da 200 milioni del 2018: le cifre sono molto più recenti, le irregolarità rilevate dalla Commissione Europea riguardano un periodo decisamente più vicino nel tempo e cifre molto inferiori.
A questo punto, è lecito chiedersi perché un’amministrazione pubblica abbia deciso di diffondere informazioni non corrispondenti al vero, che sono state adesso smentite da un organismo superiore come la Commissione, grazie alla nostra ulteriore richiesta agli uffici europei di delucidazioni.
Quella replica è stato un grossolano errore da parte della Regione o una giustificazione strumentale per allontanare da sé il sospetto di gravi inefficienze? A questa e a tutte le altre domande ancora aperte e alle quali non abbiamo ottenuto ancora esaustive risposte, ne aggiungiamo una che riteniamo cruciale: è accettabile tutto ciò alla luce dei nuovi fondi in arrivo, quelli della nuova programmazione 2021-2027, le risorse del Pnrr e del React-Ue legate all’emergenza Covid?
Risorse che possono cambiare definitivamente il volto della Calabria o essere l’ultima occasione persa. È arrivato il momento di far si che l’Europa diventi un’opportunità e non quello che per la Regione sembra solo un fastidioso problema.