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CATANZARO - "Sono stati rispettati i limiti delle previsioni di spesa di competenza e di cassa. Sono stati rispettati anche i limiti legali all'indebitamento ed i tetti di spesa del patto di stabilità interno". Questo il giudizio della Corte dei Conti sul bilancio regionale. La magistratura contabile ha però evidenziato tre elementi di forte criticità: l’aumento della spesa e la presenza di anomale partite di giro insieme all’occultamento artificioso di consistenti passività. Un giudizio per nulla positivo quello che emerge nei passaggi fondamenti delle 250 pagine della relazione annuale. Notevoli criticità – sottolinea la Corte – emergono ancora nella gestione dei residui, così come rilevato anche dalla Ragioneria Generale dello Stato. “Nel bilancio della Regione – è scritto nel dispositivo - sono inseriti residui attivi insussistenti per un importo di 136 milioni 195 mila e 183 euro che portano l' avanzo finanziario dell'esercizio 2013 a essere non superiore a 6 miliardi 292 milioni 462 mila 685 euro, con ogni conseguente effetto sul rendiconto 2013". Sotto la lente della magistratura contabile sono finite le gestioni commissariali della sanità e del sistema della raccolta dei rifiuti, le partecipazioni in enti e società a capitale misto pubblico-privato, gli incarichi di consulenza e le collaborazioni esterne. Il relatore Giuseppe Ginestra ha evidenziato che la Regione Calabria "non solo non è dotata di strumenti e sistemi atti a garantire in termini di cassa il rispetto dei vincoli tra entrate e spese, ma non è oggettivamente nelle condizioni di conoscere le proprie disponibilità di cassa vincolata dell' anno, ne' quelle per le quali occorrerebbe provvedere alla ricostituzione". La relazione della Ragioneria generale dello Stato ha evidenziato "numerose irregolarità sia nella determinazione del trattamento accessorio del personale dirigente e non, che nelle assunzioni e nel conferimento di incarichi dirigenziali, concludendosi spesso per l'illegittimità della spesa e con l' invito all'ente al recupero delle somme indebitamente erogate".