VIDEO | L’imprenditore Tonino Tedesco, l’unico negli anni a intercettare le navi da crociera che sono attraccate dal 2007 al 2020, avverte: «La grande industria può anche convivere con il nostro settore, la pesca e il diportismo, ma servono regole ferree»
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Comparto Ittico, turismo e industria «possono convivere». A patto, però, che si rispetti l’ambiente. Ne è convinto Tonino Tedesco, tour operator, che con la sua Andirivienitravel è stato l’unico e ultimo a “intercettare” le grandi navi da crociera attraccate nel porto di Corigliano Rossano, l’ultima delle quali nel 2020.
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L’imprenditore turistico, non nasconde le perplessità sull’insediamento industriale previsto dalla società americana Baker Hughes, ma allo stesso tempo è convinto che con alla base regole chiare e ferree l’industria possa coabitare con le altre vocazioni locali, anche perché al territorio servono occasioni di sviluppo e lavoro. Se potesse scegliere, però, punterebbe senza dubbio alcuno sul diportismo quale primo volano economico del porto.
«Si, pesca, turismo e insediamenti turistici – dichiara Tedesco ai microfoni di LaC News24 – possono convivere ma vanno riscritte un po’ tutte le regole. A voler essere chiari – mette subito le mani avanti – però al nostro porto non serve l’industria perché dobbiamo pensarlo e immaginarlo vocato al turismo. Peraltro è impensabile, a queste nostre latitudini fare turismo balneare senza un porto e senza i servizi in mare (l’imprenditore si riferisce a occasioni esperienziali mai offerte prima d’ora, dal diving al noleggio di imbarcazioni per brevi escursioni, ndr). Quindi, ben vengano gli investimenti metalmeccanici ma con regole chiare e contemporanei allo sviluppo complessivo del porto, mettendo tra le priorità il diportismo».
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Qualche preoccupazione, però, resta ed è strettamente connessa all’ambiente. «Se l’industria arriva prima, pesca e turismo ne usciranno penalizzate, e per questo parlo di contemporaneità. Abbiamo visitato molti porti e non c’è n’è uno al mondo che non si sostenti col commercio ed il turismo. Quella deve essere la rotta anche per il porto di Corigliano Rossano».
Tedesco rammenta l’attracco della prima nave da crociera a Schiavonea, il 5 maggio 2007, ed anche allora lo spauracchio era che queste grandi navi potessero penalizzare le attività esistenti. «Ebbene, nonostante le critiche, poi abbiamo solo potuto apprezzare i benefici di migliaia di turisti in loco. Quell’esperienza ci insegna che nel nostro scalo marittimo non servono megastrutture, banchine croceristiche dedicate, ma necessita solo di organizzazione – è il messaggio nemmeno troppo velato inviato all’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio – anche con pochi investimenti. Ciò che è importante, da punto di vista turistico, è consentire ai borghi di entrare nel porto, quindi accompagnare il borgo marinaro di Schiavonea all’interno dello scalo per creare sviluppo attraverso il crocierismo ed il diportismo. Ovvero far vivere ai passeggeri delle grandi navi ed ai diportisti – dalle piccole barche a vela ai grandi yatch – le esperienze locali».
Per Tonino Tedesco, però, «di certo non possiamo più aspettare. Non abbiamo più bisogno di promesse ma di fatti. Quindi, sì, pesca, turismo e ed insediamenti metalmeccanici possono convivere, ma partendo dal primo sacro principio: l’industria, nel rispetto degli altri comparti, non deve inquinare i luoghi dove si esercita la pesca e e l’accoglienza ai turisti».
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Insomma, «noi abbiamo bisogno di occasioni di sviluppo, subito e non tra vent’anni, ma dando priorità al diportismo perché – conclude il tour operator – direttamente e tramite l’indotto crea più posti di lavoro del metalmeccanico».
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