Il segretario regionale lancia l'allarme sulla infrastruttura solo in parte finanziata: «Ritardi nella cantierizzazione. Si garantisca la territorialità delle risorse»
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Anche l'alta velocità in Calabria potrebbe finire tra le opere da riprogrammare a causa dei ritardi nel raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A lanciare l'allarme è il segretario generale di Uil Calabria, Santo Biondo, che avverte sul rischio di definanziamento della infrastruttura strategica. «L'alta velocità ferroviaria si compone di sei lotti funzionali, di cui solo i primi due finanziati per ora per un valore di 11,2 miliardi dal Fondo Complementare Nazionale legato al Pnrr e dal Pnrr stesso» chiarisce immediatamente il sindacalista.
«Quasi sicuramente anche l'investimento dei primi due lotti potrebbe essere messo in discussione - avverte Biondo - a causa dei ritardi registrati nella cantierizzazione» precisa ancora in relazione ai lotti ricadenti nel territorio regionale. «L'opera, infatti, potrebbe non essere completata entro il termine vincolante fissato dall'Europa del 2026 con la conseguenza di ricadere nella tagliola di quei finanziamenti del Pnrr sottoposti a riprogrammazione». Si tratta di quelle misure finite nel dossier del ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, sotto esame e attualmente oggetto di verifiche.
«Intanto chiediamo chiarezza sulle risorse e poi che sia applicato il principio della territorialità per la parte che riguarda la nostra regione» chiarisce il segretario della Uil. «Devono essere canalizzate su altri investimenti da realizzare in Calabria - aggiunge - mentre resta fermo che l'alta velocità dovrà essere ugualmente programmata e finanziata dallo Stato. Sarebbe infatti paradossale che una parte del territorio, quello meridionale, resti completamente sganciato dalle logiche di mobilità internazionale con la conseguenza di penalizzare non solo la qualità di vita delle persone ma anche la competitività del nostro sistema produttivo rispetto a quello del centro nord».
«Siamo favorevoli alla realizzazione del Ponte sullo Stretto - precisa il sindacalista - perché ogni investimento produce occupazione e lavoro ma ci domandiamo che cosa ne sarà di questa grande opera se nel frattempo si rallentano i finanziamenti sulla statale 106 e si definanzia l'alta velocità, senza entrare nel merito delle strade provinciali e delle arterie secondarie in cui è a rischio anche la sicurezza, e molti tratti sono chiusi per mancanza di manutenzione e risorse. Questa è la condizione della Calabria - conclude Biondo - e non vorremmo che il Ponte sullo Stretto rappresenti per qualcuno uno specchietto per le allodole mentre si manda avanti un progetto scellerato qual è quello dell'autonomia differenziata e guarda caso sia l'uno che l'altro proposti dalla stessa parte politica».