VIDEO | Dibattito organizzato dal sindacato concluso dal segretario nazionale della Fillea Alessandro Genovesi: «Disagi inevitabili ma l'infrastruttura costituisce una scommessa vitale per connettere la Calabria al resto del Paese e all'Europa»
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Sul raddoppio della galleria del Santomarco, infrastruttura al servizio della tratta ferroviaria di collegamento tra Paola e Castiglione Cosentino e quindi tra la fascia tirrenica, quella jonica con il prolungamento verso Sibari, e la nuova linea dell’alta velocità e dell’alta capacità che dovrebbe congiungere Praia a Mare con Tarsia, spostando l’asse dei binari dal litorale all’entroterra della provincia bruzia, la Cgil ha una posizione chiara espressa nei giorni scorsi dal segretario nazionale della Fillea, Alessandro Genovesi. Intervenendo ad un dibattito organizzato a Rende, l’esponente sindacale ha parlato di «scommessa vitale per connettere la Calabria al resto d’Italia e al resto d’Europa così da attrarre lavoro e sviluppo. Ed investire sul ferro – ha sottolineato – è necessario per avere una mobilità sostenibile ed abbattere l’inquinamento generato dal trasporto su gomma».
Confronto partecipato
Coordinata da Massimiliano Ianni ed introdotta da Simone Celebre, l’iniziativa ha registrato tra gli altri gli interventi del segretario regionale della Cgil Angelo Sposato, del segretario generale di Cosenza Umberto Calabrone, del vicepresidente nazionale di Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante, dei sindaci dei territori interessati: Giovanni Politano di Paola, Cosimo De Tommaso di San Lucido, Gregorio Iannotta di San Vincenzo la Costa, Pietro Caracciolo di Montalto Uffugo. Assente la Regione Calabria: avrebbe dovuto partecipare l’assessore ai lavori pubblici Mauro Dolce che all’ultimo momento ha dato forfait.
Il punto di equilibrio
Genovesi ha parlato senza fronzoli anche degli inevitabili disagi per la popolazione locale: «Bisogna provare a ridurli al minimo sapendo però che in parte rimarranno. Storicamente la costruzione di infrastrutture ha l’effetto di ricollocare gli abitanti di una certa porzione di territorio interessata dal passaggio di nuove arterie di comunicazione. Fin dai tempi delle consolari realizzate dai romani – ha detto il sindacalista – Con traumi pure di tipo politico-elettorali. La scelta del tracciato definitivo deve costituire il giusto punto di equilibrio tra i costi sociali e le ricadute benefiche in termini di progresso e competitività. Tenendo presente – ha sottolineato Genovesi – che gli studi statistici testimoniano come l’alta velocità e l’alta capacità facciano aumentare il numero dei passeggeri e della movimentazione delle merci anche sulle tratte di mobilità secondaria interconnesse con quella principale».
Sindaci impotenti
Rispetto al colosso Rfi che, è il caso di dirlo, va avanti come un treno verso l’apertura dei cantieri, i sindaci dei due comuni tirrenici che subiranno i maggiori disagi, Cosimo De Tommaso e Giovanni Politano si sentono impotenti: non hanno risorse tecniche per proporre soluzioni alternative meno impattanti e chiedono il sostegno della Regione affinché risarcimenti e compensazioni costituiscano davvero un adeguato ristoro per chi, per effetto della posa dei nuovi binari, sarà sradicato dalla propria casa o perderà un’attività produttiva. I due amministratori locali si sono poi detti preoccupati per il rischio di sguarnire ulteriormente il territorio costiero a vantaggio della valle del Crati già servita dall’autostrada.
Siamo come formiche
«Non tutto ha un prezzo e può essere ripagato con un risarcimento – ha rimarcato Politano – Io mi metto dalla parte di quei padri di famiglia che perderanno tutto. C’è anche una questione affettiva da tenere presente. Ma rispetto ad un colosso come Rfi ci sentiamo come delle formiche. Per questo auspichiamo di poter fare rete per aumentare il nostro potere contrattuale nel momento in cui bisognerà liquidare i danni subiti dai cittadini».
Gli altri interventi
Angelo Sposato e Umberto Calabrone hanno parlato di necessità di mettere a terra le risorse con l’obiettivo di accorciare le distanze per unificare il Paese. «L’alta velocità non può raggiungere tutti i centri – ha affermato il segretario regionale della Cgil – Per questo bisogna adoperarsi per l’intermodalità anche per garantire i collegamenti con le località turistiche». Umberto Calabrone ha parlato di «necessità di non mortificare i territori e di realizzare le opere in tempi certi, in un clima di fiducia verso le istituzioni, nel rispetto della legalità e della sicurezza dei lavoratori. Per vincere la sfida della spesa delle risorse per lo sviluppo civile ed economico, serve una forte alleanza tra tutti gli attori politici, istituzionali e sociali coinvolti nei processi decisionali ed esecutivi».