Le filiere della carta e della plastica in grosse difficoltà a reperire le materie prime e a fornire gli imballaggi essenziali per fronteggiare la pandemia
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Nell’anno della pandemia, i costi del cartone da macero sono decuplicati, passando da 11 euro per tonnellata nel mese di febbraio 2020 a 140 euro per tonnellata registrati attualmente per la carta mista raccolta nei cassonetti.
È la denuncia di Assocarta che, come riportato da Il Sole 24 Ore, segnala un aumento spropositato che sta causando enormi problemi alla filiera della carta.
Sebbene l’Italia detiene il primato in Europa di Paese con la più alta percentuale di riciclo - 79% - sulla totalità dei rifiuti raccolti, gli effetti del Covid e dei ripetuti e prolungati lockdown hanno comportato da un lato il ricorso massiccio all’e-commerce e alle consegne a domicilio, dall’altro la riduzione considerevole dei volumi di carta e cartone da imballaggio destinati al macero.
Le cartiere sono in affanno, le materie prime sono sempre più costose e difficili da reperire e gli impianti, di fatto, iniziano ad avere difficoltà anche a fornire gli imballaggi essenziali per fronteggiare la pandemia: da quelli per gli alimenti, a quelli per i farmaci, fino alle salviette usa e getta.
A ciò si aggiunge l’aumento considerevole della bolletta energetica e dei permessi per la CO2. L’ennesimo colpo soprattutto per le piccole imprese che hanno iniziato ad allertare i clienti su possibili riduzioni delle consegne. E i prossimi mesi, di questo passo, saranno ancora più complicati.
Un’altra supply chain in serie difficoltà al punto da mettere a rischio le forniture è quella relativa al settore della plastica, utilizzata ad esempio per le siringhe per i vaccini e diventata cara e scarsa al punto che l’80% delle imprese ha già rallentato la produzione per mancanza di polimeri.
Il prezzo dei polimeri infatti, da ottobre è salito fino ad oltre il 70% in Europa e UnionPlast avverte: «Oggi sono a rischio le forniture per settori strategici come l’alimentare e il farmaceutico».
In un periodo come questo, infatti, in cui è necessario proteggersi dal contagio, la plastica è fondamentale per l’igiene e la conservazione dei cibi, così come per supportare la campagna vaccinale in atto.
Federazione Gomma Plastica, l’associazione che riunisce le aziende trasformatrici di materie plastiche lancia l’allarme. «Una serie di eventi negativi che hanno coinvolto l’industria petrolchimica – spiega una nota dell’associazione – stanno nuovamente creando tensioni sul mercato. Le ripetute chiamate di Forza Maggiore stanno progressivamente rendendo gli approvvigionamenti sempre più ardui, e conseguentemente i prezzi di tutte le principali materie plastiche continuano ad aumentare. Non sono da escludere allo stato attuale possibili sospensioni della produzione per carenza di materia prima, in un contesto complesso che segue una crisi internazionale senza precedenti, e proprio nel momento in cui le imprese per ben più di una ragione, non ultima la gravità della pandemia in corso, dovrebbero concentrarsi sul rilancio e sulla produttività. La gravità della situazione condiziona inevitabilmente gli impegni assunti, e mette a rischio la possibilità di rispettare i termini di consegna per un periodo di tempo ad oggi non prevedibile»