Mentre si avvia a diventare hub vaccinale anti-Covid (l’inaugurazione dovrebbe avvenire venerdì 11 giugno), l’aeroporto di Crotone è stato oggetto di un nuovo incontro in videoconferenza, promosso dal prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito, dopo quello richiesto dal Comitato cittadino. Alla riunione - convocata per discutere dell'attuale situazione della essenziale infrastruttura crotonese - erano presenti il presidente e il direttore generale di Sacal, Giulio De Metrio e Pier Vittorio Farabbi; il vicesindaco e l’assessore ai Trasporti del Comune di Crotone, Rossella Parise e Ilario Sorgiovanni; i parlamentari Elisabetta Barbuto e Sergio Torromino e, per l'Enac, il responsabile Carlo Marfisi.

Uno scalo da rilanciare

L’obiettivo è rilanciare lo scalo, rendendolo attrattivo per le compagnie aree. Al momento, infatti, a volare sull’aeroporto di Crotone è solo Ryanair, che garantisce sei voli a settimana, quattro per Bergamo e due per Bologna. Gli aerei sono tornati a decollare e atterrare in pista il 2 maggio scorso, dopo tre mesi di stop, dettati dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria.

Di rilancio dell’aeroporto di Crotone, aveva parlato lo stesso De Metrio, in occasione dell’incontro istituzionale svoltosi il 22 gennaio scorso, dopo la sospensione dei voli della compagnia low cost irlandese. Il presidente di Sacal aveva annunciato un piano di incentivi «che saranno più stimolanti, più aggressivi» per rendere più appetibile l’infrastruttura che «essendo più periferica è di minore interesse per le compagnie».

Oggi, per «presentare il territorio– si legge in una nota diramata dal Comune di Crotone - ed attrarre compagnie aeree, incentivando l'interesse verso lo scalo», i partecipanti alla riunione hanno deciso di istituire nell’immediatezza un tavolo di lavoro. Al vaglio, tra l’altro, anche la possibilità di ripristinare il volo per Norimberga, che nel 2019 aveva ottenuto un incoraggiante riscontro da parte degli utenti, ma che la Ryanair non ha riattivato.

Investimenti regionali e oneri di servizio

Un aeroporto precario, in perenne attesa, non solo di aerei ma anche di investimenti. Sono ancora fermi in assenza del via libera della Commissione Europea, ad esempio, i 4,5 milioni di euro stanziati dalla Regione Calabria. Soldi destinati al completamento della lunghezza della pista, alla taratura degli Ils (sistema di atterraggio strumentale) e alla messa in sicurezza del sedime aeroportuale.

C’è poi la grana del bando degli oneri di servizio, che dovrebbe incentivare le compagnie a collegare Crotone con altre città italiane. L’ultimo, che prevedeva collegamenti con Roma, Torino e Venezia è andato deserto. Colpa della crisi economica dovuta al Covid, si disse. Ma in tanti hanno sostenuto che il bando fosse poco appetibile per le compagnie. Ora, comunque, bisognerà fare tutto da capo.

«Nonostante Sacal affermi che a Crotone viene concesso un contributo del 50 % in più per ogni passeggero rispetto agli altri scali calabresi, non si riscontrano purtroppo gli effetti sperati per il nostro scalo cittadino» tengono a sottolineare da Piazza della Resistenza.