Nei giorni scorsi la presentazione e il pieno sostegno di Unindustria Calabria. Oggi l'amministratore unico di Sacal Spa, il veronese Marco Franchini, illustra a LaC News24 i passaggi qualificanti del piano strategico riferito al sistema aeroportuale calabrese con alcuni risultati attesi ad horas ed altri a medio-lungo termine. 

Il piano strategico di rilancio del sistema aeroporti calabresi è pronto: è in grado di sintetizzarcelo nelle sue linee guida?
«Mi piacerebbe anche poter sintetizzare i tempi di realizzazione ed entro 24 mesi dall' approvazione dei progetti dare risultati tangibili. Battuta a parte io preferisco i fatti alle parole. È un piano veramente forte, stavo per dire Marshall, lo definirei un piano di riscatto della regione, che attraverso il miglioramento infrastrutturale, è destinato a diventare una porta d’ingresso della Calabria, troppo spesso agli ultimi posti nella qualità di turismo ed investimenti pur avendo potenzialità incredibili».

Pochi giorni fa  ha ricevuto il consenso di Unindustria e di tutte le sue componenti. In quale aspetto pensa di avere convinto i soci?
«I soci sono i nostri azionisti, quindi le persone che più concretamente misurano l’attività attraverso dati, programmi e cronoprogrammi, in questo caso utili ad un sistema economico che può avvantaggiarsi di migliori collegamenti, per aumentare l’efficienza ed il business di ogni azienda. Occorre raggiungere o farsi raggiungere da mercati-fonte che invece attraverso costi e tempi inenarrabili potrebbero essere un miraggio. Un impegno che non riusciremo a portare avanti se non con un finanziamento pubblico robusto, da parte della Regione che è il nostro azionista di riferimento».

Il portafoglio da spendere è notevole: dove e come verranno distribuiti i 215 milioni disponibili di cui parla Unindustria?
«In modo proporzionale: una parte consistente sull’aeroporto hub di Lamezia Terme con una riqualificazione generale; e poi su quelli di Reggio, che gode già di un finanziamento di 27 milioni del decreto Cannizzaro a cui si aggiungono altri 30 milioni per il completamento; e stessa cifra per Crotone, destinato a diventare base non solo di trasporto ma anche polo manutentistico. Una proporzione da 60-20-20».

Di Reggio ha già parlato di persona al Minniti con la modifica di alcune condizioni per gli atterraggi che torneranno ad attirare le compagnie low cost: quali sono invece le priorità assolute da  risolvere per il Pitagora di Crotone e soprattutto per l’aeroporto internazionale di Lamezia e quindi Catanzaro?
«Per Reggio l'Asa (Area Sicurezza Aeromobili) ha rivisto il sistema di classificazione per cui lo scalo è salito di categoria in safety. Aspettiamo che Enac autorizzi il cambio condizioni per l’atterraggio curvilineo sulla pista 33 in modo da rendere di nuovo lo scalo reggino appetibile alle low cost che sono fondamentali per i flussi.
La priorità assoluta per Crotone è il completamento di un annoso progetto che riguarda gli ILS (Sistema di atterraggio strumentale) sulla pista, che deve assicurare un'operatività perfetta dal punto di vista aeronautico; e l’attivazione degli oneri di servizio pubblico. Mercoledì 25 gennaio, quindi ci siamo, dovremmo individuare il vettore che, mattina e sera, tutti i giorni, per 4 anni, collegherà il Pitagora con l’hub di Roma. I due aeroporti determinano ogni anno un deficit di 2 milioni che Lamezia deve assorbire e quindi devono rendersi autonomi».

Invece la priorità per l’internazionale di Lamezia?
«Implementare i traffici, avviare una intermodalità con gli altri mezzi di trasporto e soprattutto riacquistare un decoro che ancora non ha».

Sul nuovo sito Sacal assicura un’assistenza completa, in partenza o in arrivo, ai Pmr, passeggeri con problemi di mobilità ridotta temporanea o permanente. Negli ultimi mesi però le carenze di personale addetto hanno provocato disagi e proteste.
«Ci sono state proteste ma anche molte lettere di encomio. Questa azienda deve essere efficiente e la misura delle performance è indispensabile. A giorni arriveremo ad una struttura ideale che ci consentirà di superare la prossima estate con un criterio diverso. I Pmr hanno bisogno di qualità anche sanitaria importante, non è attività che si ferma alla spinta della carrozzella. Vogliamo che gli aeroporti calabresi abbiano al centro l’attenzione per le categorie sfortunate dei passeggeri».

Quasi un anno fa, era marzo 2022, la politica esultò per il ritorno della quota del socio privato alla Regione che vuole fare del trasporto aereo una leva del rilancio. Ci dica quando e dove vedremo i primi risultati?
«Subito: le situazioni fallimentari dei due aeroporti di Crotone e Reggio con qualsiasi altra gestione di natura privatistica sarebbero a questo punto immediatamente chiusi. Crotone vedrà i primi risultati la prossima estate; Reggio ha già ottenuto il raddoppio per Roma e Milano e probabilmente da metà estate con i nuovi collegamenti con Torino, Venezia e Bologna. Spero di incrementare il traffico con i mercati importanti di Germania ed Inghilterra su Lamezia Terme. Tutto questo sforzo è fatto affinché se ne realizzi uno uguale anche all’esterno dello scalo: i passeggeri non sbarcano per stare in aeroporto. Quindi la scommessa è – ora o mai più – dare al territorio che ha un caleidoscopio di colori, sapori, cultura, la valenza per affermare le sue destinazioni, vicine all’Europa, in grado di consentire incoming anche di importanti leader del turismo e dell’industria».

Riuscirà a tenere competitive le tariffe?
«Le tariffe saranno competitive, perché comunque la parte di finanziamento pubblico consentirà il mantenimento dei prezzi. Siamo sul mercato quindi dovremo capire come fare, facendo una leva attrattiva per più vettori».

Last but non least, il doveroso passaggio sull’aerostazione di Lamezia : tutti i vertici Sacal finora succedutisi lo hanno messo in elenco ma la nuova struttura ancora non c’è.
«Entro la fine di questo mese sarà redatto il bando per la nuova aerostazione di Lamezia Terme. Il bando avrà la caratteristica dell’autonomia energetica, quindi una costruzione con produzione di energia rinnovabile da fotovoltaico, da mini-eolico e da geotermia. Il tutto con l’obiettivo finale di ottenere surplus di energia che consenta di produrre idrogeno, perché Lamezia è anche hub per il trasporto su superficie. Il mio sogno? Vedere transitare autobus in Calabria che invece di produrre scarichi da fonti fossili possano creare acqua, e quindi comunicare al mondo un autentico processo virtuoso che con l’aiuto della Regione penso riusciremo a raggiungere in tempi molto brevi».