VIDEO | La ditta che ha vinto l'appalto è indietro con i pagamenti nei confronti di una ventina di lavoratori perché la Sacal non le starebbe accreditando quanto dovuto per il servizio
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Ancora lavoratori in servizio in aeroporto non pagati dalla ditta che ha vinto l’appalto perché questa a sua volta non verrebbe retribuita dalla Sacal, la società aeroportuale che gestisce gli scali di Lamezia, Crotone e Reggio. Sono una ventina in tutto gli addetti alle pulizie, lavoratori e lavoratrici che non si sono mai fermati, nemmeno durante la pandemia, visto che da un anno e mezzo a questa parte il loro lavoro è diventato quanto mai prezioso.
Ma ora dicono basta e affiancati dal segretario generale della Fisascat Cisl Calabria Fortunato Lo Papa chiedono di mettere un freno a questa situazione. A casa non riescono a portare nulla, l’erogazione dello stipendio è ferma ad aprile, ma continuano ad arrivare bollette, tributi, mutui e affitti da pagare. Di mezzo ci sarebbe la crisi che sta attanagliando la società aeroportuale che gestisce gli scali di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria.
Una penuria di liquidità tale da non permettere alla Sacal di essere nelle condizioni di pagare le ditte vincitrici di appalto. Il tutto mentre il traffico aumenta di giorno in giorno e per luglio si prevede il 70 per cento dei volumi raccolti nel 2019, quando nell’intero anno si sfiorarono i tre milioni di passeggeri. Se la situazione dovesse prolungarsi i lavoratori che fino ad ora hanno proseguito con solerzia e responsabilità a svolgere le loro mansioni potrebbero essere costretti ad incrociare le braccia in uno dei periodi più importanti dell’anno per la società in tutti e tre gli scali.
«Gli addetti alle pulizie – sottolinea Lo Papa - sono tutti lavoratori monoreddito hanno necessità di avere riconosciuto lo stipendio mensile in maniera puntuale e non è possibile che un presidente della Sacal che, da quello che so, viene pagato oltre 200mila euro all'anno in un momento così difficile permetta che le aziende che si occupano dei servizi esternalizzati vengano pagati con ritardi dai quattro ai cinque mesi.
In questo modo, a cascata, vengono pagati anche i lavoratori in ritardo perché le aziende non sono più nelle condizioni di anticipare degli stipendi. È una vergogna - dice il cislino - chiediamo il rispetto dei lavoratori, chiediamo lavoro e, soprattutto, vogliamo far notare che attualmente i lavoratori continuano a garantire un servizio essenziale in un momento così delicato ma ovviamente se la situazione dovesse peggiorare noi alzeremo il livello della protesta».
Su questa delicata ed ampia questione Lo Papa ha chiesto un incontro alla dirigenza Sacal lo scorso 21 senza giugno senza ricevere alcuna risposta. Intanto, i problemi e le urgenze per la Sacal si accumulano, dagli stagionali ancora lasciati a casa, alle casse integrazioni e ai buchi di bilancio.