Gli operatori della pubblicità esterna scendono in piazza per manifestare martedì 4 maggio in Piazza Montecitorio, dalle 10:30 alle 13:00. «Le loro famiglie – si legge in una nota - sono sul lastrico, sono infatti a rischio 50mila posti di lavoro tra elettricisti, fabbri, impiantisti, tipografie, grafici, etc L’intero comparto nel solo mese di febbraio registra una perdita dei ricavi del 70% rispetto all’anno precedente (dati Nielsen-Upa). I motivi sono dovuti al fermo della mobilità che perdura da un anno, e disincentiva le aziende nell'investire in cartellonistica, oltre che dalla generale contrazione economica dovuta alla pandemia».

«Le aziende della pubblicità esterna non hanno avuto alcun tipo di ristoro specifico come  avvenuto per altri comparti, nessuna agevolazione come per l’occupazione di suolo pubblico a bar e ristoranti, nessun credito d’imposta come per l’editoria (radio, giornali e tv), nessun rinvio degli accertamenti esattoriali.

A questa situazione si aggiunge l’introduzione del Canone Unico, norma che accorpa i precedenti tributi, ed ha generato ulteriore confusione. Ogni Comune adotta un proprio regolamento diverso dall’altro, e adesso i tributi sono pretesi anche dalle Province. Il risultato è che le aziende pubblicitarie si ritrovano a pagare tasse più alte, senza poter fare adeguate previsioni di bilancio, trovandosi sull’orlo del fallimento.

La pubblicità esterna è invece amica delle città. Contribuisce con il 50% dei suoi ricavi al miglioramento dell’arredo urbano e alle risorse degli enti locali per garantire servizi. La spinta fornita per la mobilità pulita e l’innovazione tecnologica, con le pensiline spot wi-fi, ed il bike sharing, ha portato le città verso la smartness e gli obiettivi europei espressi nel Recovery Plan. Gli investimenti dal valore di 600 milioni di euro l’anno hanno aiutato infrastrutture della mobilità come aeroporti, metropolitane e trasporto pubblico su gomma.

Per tale motivo più di cento manifestanti chiederanno al Governo il rinvio del Canone Unico, il rinvio delle cartelle esattoriali e degli accertamenti, il credito d’imposta come per la pubblicità su radio, tv e giornali, ristori specifici per il comparto».