VIDEO | Un anno di Economia a Roma e poi la telefonata da Catanzaro che gli fa scoprire la sua vera passione: la cucina
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«Tanta passione, tanta costanza e tanta voglia di arrivare: quello è il segreto. Non c'è una molla, io ho da sempre ho in testa l'immagine di mio padre che faceva questo lavoro». Il destino a volte è come una molla, inutile allontanarsi dalla strada che ha già tracciato, ci sarà sempre una ragione che ti riporta sul luogo segnato. È quel che è avvenuto allo chef stellato Luca Abbruzzino.
Il ritorno in Calabria
A venti anni a Roma per iniziare i suoi studi in Economia a La Sapienza, ma il destino per lui aveva tutt'altri piani. «Mio padre aveva avuto un problema con il personale - racconta - e mi chiese di tornare a Catanzaro per dare una mano al ristorante, giusto il tempo di riorganizzare il personale e poi riparti. In realtà, sono rientrato, sono rimasto un mese ma non sono più andato via».
La stella Michelin
Ha trenta anni e da sei inanella un successo dopo l'altro, certificato dalla stella Michelin che dal 2013 gli viene riconfermata. A garanzia di un impegno continuo e di una cucina di alta qualità: «La diversità dei prodotti gastronomici che abbiamo in Calabria se la sognano nel resto d'Italia, e questo per noi è una fortuna. La nostra cucina deve essere con prodotti del territorio però abbastanza semplice e istintiva».
Un marchio sì, ma soprattutto un esempio di giovani che scelgono la nostra regione sfidando la retorica di un territorio difficile, spesso solo paravento per giustificare la mancanza di coraggio. «In Calabria è molto difficile e molto complicato lavoarre però sono proprio le cose più sudate e sacrificate a darti le maggiori soddisfazioni. Non nascondo che in alcuni momenti viene voglia di mollare però l'amore per questa terra e la forza di volontà ti fa trovare gli stimoli per andare avanti».
Luana Costa