«Sono ancora numerosi i casi di imprenditori che non solo si sottraggono alla imposizione fiscale ma addirittura lucrano illeciti guadagni nel rapporto con il fisco». È questo il principale dato emerso nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario tributario.


Il presidente della Commissione Tributaria Regionale della Calabria, Mario Spagnuolo, ha fatto il punto sul trend del contenzioso. «I primi dati riguardanti il periodo di tempo che interessa in questa sede confermano una lieve diminuzione delle nuove liti a fronte della quale si segnala un aumento importante di quelle decise con un conseguente abbattimento dell'arretrato. Il valore complessivo delle liti pendenti nel 2017 è pari a circa 50 miliardi di euro».

I ricorsi

I contenziosi instaurati ammontano a circa 212mila con una riduzione del 18% sul 2015 e del 9% sul 2016. Resta però il problema dell'ingorgo in Cassazione. «Nonostante l'elevato numero di decisioni la sezione tributaria della Corte dei Conti continua ad incamerare circa diecimila ricorsi l'anno, circa il 38% di tutti ricorsi depositati nella materia civile». La proliferazione di ricorsi secondo il presidente Commissione Tributaria deve essere ricondotto «al deteriorarsi del rapporto fra cittadino, soggetto all'obbligo fiscale e Stato che delle imposte versate trae, in massima parte, gli strumenti che gli consentono di funzionare».

In Calabria

La situazione calabrese si caratterizza per un trend positivo registrato in tutte le Commissioni Tributarie Provinciali. «Nel periodo in esame è stato raggiunto l'obiettivo di diminuire le pendenze per una percentuale oscillante fra 5%, la provincia di Crotone ed il 30% quella di Vibo Valentia». Dai dati è emerso poi che dal punto di vista territoriale le controversie si concentrino in maggior parte nelle sue province di Cosenza e Reggio Calabria in primo grado mentre è significativo l'aumento delle sopravvenienze davanti al Giudice d'Appello.

Il problema organici

Pesa sull'attività della Commissione uno scarso adeguamento degli organici. «Gli organici della Commissione Tributaria Regionale si caratterizzano per l'assenza di un Presidente di sezione su otto, sei vicepresidenti di sezione su otto, ventiquattro giudici su trentadue. Le prossime cessazioni per raggiungimento del limite d'età o trasferimento ad altra Commissione aggraveranno le carenze d'organico. Il prosieguo dell'attività giurisdizionale è possibile solo attraverso il ricorso ad applicazioni esterne non esclusive, puntualmente disposte dal Consiglio di Presidenza del Consiglio della Giustizia Tributaria che non sono assolutamente risolutive del problema, tenuto conto che la produttività dei giudici applicati è condizionata sia dai preesistenti carichi di lavoro, rinvenienti dalle commissioni di appartenenza, sia dalla impossibilità, sanzionata normativamente, di poterli ulteriormente applicare in più sezioni».