Quinta edizione della kermesse di respiro internazionale, ospitata all'Università della Calabria
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
C’è il gonfalone di Reggio Calabria, con l’assessore alle politiche sociali dello Stretto Lucia Anita Nucera, ma non quello del comune di Rende in testa alla marcia della pace e della solidarietà che ha aperto all’Università della Calabria la Festa dei Popoli. La pioggia e l’allerta meteo hanno frenato la partecipazione in particolare da parte delle comunità studentesche del crotonese e dell’alto Jonio cosentino. Ma chi vi ha preso parte ci tiene a ribadire l’importanza dell’integrazione al di là delle differenti origini. Soprattutto tra le mura di un ateneo in cui la percentuale di giovani provenienti dall’estero continua a crescere sensibilmente.
Tre giorni cariche di iniziative
La kermesse di respiro internazionale è articolata in tre giornate, con dibattiti, appuntamenti multiculturali e stand rappresentativi dei diversi paesi di provenienza degli studenti ospiti del Centro Residenziale. La politica non centra, ma il dibattito aperto nel Paese sui temi dell’immigrazione inevitabilmente esercita una certa influenza sullo svolgimento delle singole manifestazioni. Il corteo, dopo aver attraversato il Ponte Bucci, ha raggiunto il Teatro Auditorium dell’Unical per il saluto del rettore Gino Crisci. L’apertura degli stand etnici, sotto l’Aula Caldora, prevista per le 16,30 del 24 ottobre, sarà seguita da una esibizione di studenti di varie nazionalità, dal Camerun al Vietnam al Paraguay, alla Russia e, nella serata, dai concerti di Tiracavè e Behike Moro. Chiusura il 25 ottobre con il Festival dei Popoli.