«In molti mi hanno chiesto se volessi rinascere con due gambe, ma io rispondo di no perchè tutto quello che ho vissuto e sto vivendo con una non lo avrei raggiunto con due. La mia disabilità mi ha permesso di raggiungere il mio sogno. La mia disabilità non la cambierei con nulla al mondo» .

 

Venire al mondo con una gamba sola e portare avanti la propria quotidianità con determinazione fino a trasformare una passione, quella per il calcio, in molto di più e fondare la Nazionale di Calcio Amputati.

 

E' stato Francesco Messori il protagonista a Lamezia Terme del secondo appuntamento della rassegna culturale “Il Sabato del Villaggio” diretta da Raffaele Gaetano. Bolognese, classe 1998, Messori ha trasformato la sua vita in un vero e proprio esempio di tenacia e coraggio, ma anche di come spesso sia la prospettiva con la quale guardiamo alle cose a determinare l'esito del nostro percorso.

 

Francesco da sempre appassionato di calcio, non solo ha sempre giocato con i suoi coetanei normodotati nei campetti di periferia, ma ad un certo punto ha deciso di rivolgersi a tutti coloro che per varie vicessitudini si trovassero nella sua stessa situazione arrivando grazie ai social ad un risultato inimmaginabile.

 

Francesco ha fondato la Nazionale di Calcio Amputati e ne è capitano. «Ci vuole tanta passione, dedizione, impegno, sacrificio e pazienza per raggiungere ciò che desideri fare», ha spiegato. Non una storia fine a se stessa la sua, ma un monito, uno stimolo, un invito alla vita, al superamento dei limiti.

 

Ecco perchè Francesco ha scritto un libro che racconta la sua storia e porta la sua testimonianza in giro per il mondo arrivando addirittura al Palazzo di Vetro dell’ONU. Un monito per disabili e non ma anche per chi si trova a dovere affrontare la disabilità di un figlio e teme per il suo futuro. «Se non potrà giocare a calcio diventerà magari un pianista». disse la madre di Francesco quando ancora in attesa le venne detto che al piccolo mancava una gamba.

 

Francesco poi ce l'ha fatta a giocare a calcio, dimostrando di essere un'eccellenza ma ad influire sulla sua crescita è stato anche il clima familiare. «Una rassegna trasversale che ricerca saperi oltre i circuiti incatapecoriti ed usurati della cultura – definisce il “Sabato del Villaggio” il suo direttore artistico Raffaele Gaetano - Lo dice la storia di questa rassegna che ha quindici edizioni alle spalle e lo dicono gli argomenti prescelti che sono trasversali. Il tema di quest'anno è la passione. E chi più di lui può dare in tal senso una testimonianza partendo da una condizione di diviersità rispetto alla normalità vera o presunta ognuno di noi si attribuisce».