VIDEO | Viaggio alla scoperta della vita di don Domenico Piro, detto Duonnu Pantu. E poi tappa nella splendida Scilla. Appuntamento questa sera alle 21 su LaC
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Partirà da Cosenza la nuova puntata di Sa di Calabria, il format in onda su LaC tutti i venerdì, per scoprire il sacro e il profano nella vita di un giovane sacerdote, don Domenico Piro da Aprigliano, detto Duonnu Pantu.
«Oscenità non sono le mie parole, quelle tali restano, solo parole; oscenità è colui che dietro il simbolo di Cristo in croce nasconde i suoi peccati, fidati: è meglio un prete poeta vestito da suora che un cardinale falso vestito da niente». Don Piro, nato ad Aprigliano, nel casale delle “Pira” da nobile famiglia, nel 1664-65 fu il prestigioso iniziatore di quel filone erotico, “l’archetipo dell’estrema licenziosità dialettale calabrese”, che rappresenterà il nerbo autentico di molta nostra letteratura. Finisce la grande tradizione monacale calabrese, il sentimento di una vita assorta unicamente nella contemplazione spirituale, le immagini teofaniche sono scomparse nella Calabria, estremo lembo di una irreparabile vita ellenica.
Il poeta è stato da molti considerato eversivo, dissacratore. Alcuni hanno cercato normalizzarlo, di minimizzarne la sua licenziosità. Altri hanno inteso sottovalutare la potente originalità artistica delle sue poesie. Ma in realtà utilizzava strumenti linguistici rivoluzionari. Don Domenico Piro era detestato da quelli che amano l’assolutismo, il dogmatismo, l’accademismo. Lui era casto, i suoi versi potenti e forti, ma la sua poesia erotica era una sfida al violento potere della chiesa, della Santa Inquisizione, dell’impero. Era il solo modo, il suo, per contestare e protestare contro il totale imbarbarimento del potere. E per questo faceva paura.
E come scrivono due corsisti dell’Università della Calabria: “Il suo atteggiamento di naturalizzatore del sesso fa parte di un irriducibile sistema di idee che è contro gli assolutismi e che esprime l’indipendenza di pensiero, la tensione morale e intellettuale di chi rifiuta i veli dell’ipocrisia e vuole educare a demistificare la realtà che non è quella della cultura ufficiale, ma quella individuale, soggettiva, dell’istinto”.
La cultura ufficiale è corrotta come la vita sociale, questo viene denunciato nella sesta ottava della sua opera più forte, Cazzeide:
E mo curre nu sieculu puttanu
pe nun dire nu sieculu curnutu
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Le fimmini te ‘mpacchianu de manu
le ppigli lu diavulu pinnutu…
Tra preghiere, poesie ed erotismo, il viaggio di oggi di Sa di Calabria ci porta nella splendida Scilla, dove scopriremo non solo le bellezze naturali e paesaggistiche, ma anche i migliori prodotti dell’agroalimentare, dell’artigianato, della cucina e della pasticceria di quella straordinaria zona del reggino.
Appuntamento questa sera alle 21 su LaC Tv, canale 19 del DDT, su LaC Sat, canale 411 di TivùSat e sul canale 820 di Sky. La puntata sarà disponibile successivamente anche su LaC Play.