VIDEO | Si tratta di opere trafugate e destinate al mercato clandestino, poi ritrovate grazie alle indagini del nucleo per la Tutela del patrimonio culturale di Cosenza. Con l’esposizione tornano i grandi eventi al MarRc
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“Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, è il titolo dell’esposizione curata da Carmelo Malacrino, direttore del MarRc, dal capitano Bartolo Taglietti, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e dall’Archeologo Maurizio Cannatà. Taglio del nastro lo scorso venerdì, a palazzo Piacentini per i reperti archeologici che tornano nella disponibilità dello Stato e per la fruibilità dei cittadini.
Reperti salvati dall’oblio
«Ritornano le grandi mostre – chiarisce Malacrino – con una esposizione molto successiva in particolare per il valore che vuole comunicare: oltre centocinquant’anni reperti che vengono restituiti alla comunità, sottratti a chi li deteneva illecitamente e riportati alla loro storia illuminati e salvati dall’oblio. Una mostra che si resterà aperta fino a gennaio del 2022. Il risultato di una grande collaborazione con i carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ma con l’università della Calabria e la direzione regionale musei della Calabria».
150 opere recuperate
Si tratta di un percorso, diviso in tre sezioni tematiche, con più di 150 preziosi reperti archeologici rinvenuti illecitamente o pronti per essere venduti sul mercato clandestino, e recuperati dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza.
Come spiega Ricciardi «Un’esposizione che racconta il lavoro negli anni del nucleo di Cosenza che è competente in Calabria, ma racconta anche la ricchezza della vastità del patrimonio culturale calabrese e non solo perché c’è un bellissimo allestimento di opere di archeologia con la grande ricchezza di civiltà che vengono illustrate attraverso il percorso espositivo. Le indagini dell’arte sono sempre affascinanti perché contengono una parte che comune alle altre attività investigative, le intercettazioni e i pedinamenti, ma poi c’è qualcosa di peculiare che si aggiunge ossia la ricerca storica collegata a questo tipo di investigazioni».