Nello spazio Open un racconto corale e collettivo per non dimenticare una donna coraggiosa e generosa, una straordinaria intellettuale che negli anni Cinquanta lasciò (ma mai completamente) la Calabria per inseguire il suo sogno di andare a “vedere” e, solo dopo, scrivere
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Immersa nel Sud e attratta dal mondo, Adele Cambria fu un’intellettuale di primo piano nell’Italia pre e post ’68, pioniera di un femminismo che per lei fu radicale ma mai violento e che plasmò la sua partecipazione politica e le sue scelte di vita e professionali. Scelte che furono anticonformiste perché solo tali potevano essere (se coerenti) per una donna che rivendicava, in un mondo maschile, una dimensione fino ad allora inedita che non fosse solo materna e familiare. Adele fu una giornalista coraggiosa e libera il cui primo impegno politico fu sempre e solo la verità, l’onestà del racconto, l’integrità dei fatti. Per questo collezionò dimissioni e anche querele.
Arguta e provocatoria, ironica e pungente, assai ribelle e molto generosa, ostinatamente controcorrente, innamorata del Sud, del mare che conservava nei suoi profondi occhi azzurri e dei miti di cui si è nutrita come dei fatti della sua epoca.
È un ritratto assolutamente sfaccettato e poliedrico quello tracciato, presso lo Spazio Open di Reggio, dagli amici che hanno ricordato insieme Adele Cambria in un pomeriggio d’inverno nella città in cui era nata nel luglio del 1931 e che aveva lasciato (mai veramente) per fare quelle esperienze necessarie alla sua vocazione di giornalista anche se donna, anche se donna calabrese. Doveva misurarsi, e lo fece con il suo stile unico, con un tempo complesso come è stato il Novecento che lei ha attraversato spegnendosi a Roma nel novembre del 2015.
Il ricordo collettivo
“Ciao Adele”, è stato il titolo scelto per invitare a condividere aneddoti e fatti condivisi con la grande scrittrice e giornalista chiamata a fare i conti e quindi a scardinare il ruolo preconfezionato di moglie e madre privata di ogni ambizione e ogni ruolo nella sfera sociale e pubblico, ruolo che lei invece si era conquistata, non senza pagare un prezzo.
Amica di Pier Paolo Pasolini dal quale fu diretta quando si misurò anche con l’esperienza cinematografica interpretando il film Accattone e poi anche Comizi d’amore e Teorema. Tra le fondatrici del teatro La Maddalena di Roma con Dacia Maraini, direttrice della rivista Effe, il primo magazine del movimento femminista, Adele Cambria collaborò con numerose testate tra cui Paese Sera, Il Messaggero, l’Espresso, l’Europeo, l’Unità. Con il suo piglio deciso e il suo impegno ha attraversato il Sessantotto italiano al fianco di Camilla Cederna e Oriana Fallaci.