«Nel deserto e in Libia ci sono stati momenti in cui ho pensato che tutto sarebbe finito là, che non sarei sopravvissuto. Invece Dio ha sempre un altro piano per noi». Così racconta della sua Fede e del sostegno che ha rappresentato durante la sua odissea in Africa prima di arrivare in Europa, Winner Ozekhome, sbarcato al porto di Reggio Calabria nel 2016 dalla Nigeria, da solo. Ancora un ragazzo di 17 anni e già alle sue spalle pericoli e vicissitudini dolorose e, dentro, una Fede cattolica incrollabile che ancora lo sostiene e che ha maturato nel suo paese di origine, dove circa la metà della popolazione è cristiana.

Il deserto, la Libia e il viaggio in mare

Attraversare il suo continente e oltrepassare, il deserto, la Libia e il Mediterraneo sono stati un’esperienza dura che lo ha fortificato rendendolo un testimone ancora più fervido di quella Fede. Tanti i miracoli ai quali ha assistito durante quello che ancora definisce un viaggio di vita e morte.
«Dio mi ha aiutato e mi ha salvato durante il viaggio per arrivare qui. Per me la fede è fondamentale. Posso testimoniare la forza che mi ha dato nei momenti più difficili e rischiosi durante la fuga da un paese dove non ero al sicuro, dove non avrei potuto sentirmi libero di studiare, di lavorare, di pensare ad un futuro», racconta Winner che vive la sua dimensione religiosa cristiana cattolica con grande semplicità e molta profondità. Le sue preghiere sono intime e quotidiane; segnano ogni momento in cui lui senta l'esigenza di quell'attimo di raccoglimento.


Come in Italia, pure in Nigeria la Pasqua equivale ad un tempo scandito da preghiera e convivialità, anche se quest’anno a quest’ultima si è dovuto rinunciare. Da anni ormai Winner festeggia la santa Pasqua a Reggio nella parrocchia di Cannavò - Riparo con Don Nino Russo e la comunità tutta che lo hanno accolto, dopo un primo periodo trascorso nel centro allestito Archi, e lo hanno sostenuto nel suo percorso di integrazione.

La nuova vita a Reggio

Adesso Winner ha quasi 22 anni. A Reggio si è diplomato all’istituto tecnico industriale Panella – Vallauri di Reggio Calabria e oggi lavora in un’azienda informatica, studia alla Mediterranea Ingegneria dell’Informazione e pratica volontariato alla Caritas, in Avis donando il sangue e alla parrocchia di Archi dedicandosi con gli scout alle attività per i più piccoli.
«Nessuno può sapere cosa accadrà domani. Oggi sono contento di essere qui e del percorso che ho fatto con tante persone che mi hanno aiutato e che mi stanno aiutando ancora», racconta Winner.


Il contratto di lavoro gli ha permesso di restare in Italia da maggiorenne, di proseguire con gli studi e di realizzare i suoi sogni, come quello di specializzarsi nel settore informatico che tanto lo appassiona. Così diventa uomo Winner, in un paese dove può certamente sentirsi più al sicuro che nel proprio dal quale è stato costretto a fuggire quasi sei anni fa. Adesso la sua vita è qui ed è serena, complice anche la sua Fede cattolica salda che in giorni santi come questi lo immerge nel mistero profondo della Croce.

La rinascita di Winner

«L'unico crocifisso autentico è quello che si porta dentro, nel cuore, quello che si vede anche da molto, molto lontano, da dove più non si vedrebbe un crocifisso appeso solo al collo. È questa consapevolezza che fa vivere la Pasqua come un dono, un'occasione per fermarsi a riflettere quanto Gesù muore in Croce e per rinascere rinnovati nella Fede e nell'Amore verso il Prossimo insieme al Cristo che risorge. Per me la Pasqua è questo, rinascita e speranza», spiega Winner che anche quest'anno ha trascorso questa festa nel quartiere collinare reggino.
Vincitore nel nome ma soprattutto persona capace di condensare grandi forza d'animo e umiltà. La sua più grande vittoria, il suo più grande riscatto risiedono nel fatto di non essersi arreso mai, di avere affrontato la paura con fiducia, Fede e intenso desiderio di vivere e di essere diventato oggi un giovane uomo capace di costruire un futuro e di farsi costantemente dono per gli altri.