Con un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, è stata annullata l'interdittiva antimafia emessa dalla questura di Aosta nel 2021 nei confronti dell'avvocata Maria Rita Bagalà. Difesa dal legale Aldo Ferraro, la professionista è tra i 29 imputati in Calabria nel processo Alibante seguito a un'inchiesta della Dda di Catanzaro sulla presunta cosca di 'ndrangheta operante tra Nocera Terinese e Falerna capeggiata da suo padre, Carmelo Bagalà.

L'avvocata era stata arrestata e posta ai domiciliari in Valle d'Aosta nel maggio 2021. Nel gennaio 2022 la Cassazione aveva respinto il ricorso contro la custodia cautelare decisa due mesi prima dal Riesame di Catanzaro: si erano così aperte le porte del carcere per Maria Rita Bagalà, che si trova tutt'oggi sottoposta alla misura. Il Tar della Valle d'Aosta nell'ottobre 2022 aveva già annullato l'interdittiva antimafia emessa dalla questura di Aosta nei confronti del marito, l'avvocato Andrea Gino Giunti - imputato nello stesso processo ma in stato di libertà - perché nella normativa non è presente «il riferimento all'adozione di informazioni interdittive nei confronti di persone fisiche non imprenditori». Nelle scorse settimane il Tar ha disposto nei confronti dell'avvocato Giunti un risarcimento di 6.000 euro a carico del ministero dell'Interno. La data della sentenza di primo grado del processo Alibante non è ancora stata fissata ed è prevista tra diversi mesi. Nella prossima udienza, il 20 febbraio, saranno ascoltati altri testimoni dell'accusa.