Non erano neanche le undici di sera quando ieri Graziano Graziani e Gioia Salvatori, dal palco dell’Arena del Sole, hanno svelato i nomi dei vincitori degli Oscar del teatro, i prestigiosi premi Ubu. E sul podio della 45esima edizione è salito ancora lui, Saverio La Ruina, che per la quinta volta ritira un riconoscimento che salda il suo talento nel muro dei grandi del teatro italiano. 

Nella categoria Miglior testo italiano e Scrittura drammaturgica, l’artista, che nel 1992 ha fondato insieme a Dario De Luca la compagnia Scena Verticale, ha conquistato la giuria con il suo “Via del Popolo”, il racconto di un vicolo di Castrovillari, tra gli anni 60 e 70, uno spaccato generazionale in un Paese che ha visto il cambiamento dal finestrino di un treno in corsa, riflesso negli occhi degli abitanti di un quartiere del Sud destinato a mutare pelle.

Tra le lotte generazionali e i bar, le piccole botteghe, i giochi per strada, il cinema e il falegname, scorrono i ricordi nel monologo dell’artista che intinge di nostalgia la sua penna per restituire un bassorilevo sociale in cui ogni figura scolpita palpita di vita. Il passato e il futuro si incrociano su vie familiari, lì dove il mutamento incide nel passo dei personaggi che percorrono le stesse strade. Ci sono ricordi personali carichi di affetto nel racconto di La Ruina, istantanee di un incrocio di vite che il tempo ha cambiato nei colori e nelle forme, ma non nell’amore che ne scalda la memoria.