Un’edizione “strana”, per gran parte in remoto. Ma la cultura non si ferma ed anche in periodo di pandemia il Premio Sila ’49, tra i premi letterari più antichi in Italia che ha visto in giuria negli anni  Ungaretti, Carlo Bo, Répaci e Levi, si adegua i tempi. Arriva anche il momento di presentare "La cinquina", naturalmente online. Perché a fermarsi il Premio non ci ha mai pensato.

«Non abbiamo voluto interrompere il flusso delle idee, delle suggestioni e dei sentimenti contenuti nei libri: sono le uniche armi che ci consentiranno di superare questo momento drammatico  - dice Enzo Paolini, Presidente della Fondazione Premio Sila 49, all’inizio dell’incontro.  D’altra parte, i libri servono proprio a questo, a darci strumenti di forza sociale per migliorare il mondo in cui viviamo. Per questo non ci siamo fermati, perché ora più che mai abbiamo bisogno di questo».

Cinque libri, un unico filo conduttore

Tra i cinque libri finalisti, c’è il meglio della produzione letteraria italiana: Roberto Andò con Il bambino nascosto (La Nave di Teseo), Marta Barone con Città sommersa (Bompiani), Jonathan Bazzi con Febbre (Fandango), Giorgio Fontana con Prima di noi (Sellerio), Igiaba Scego con La linea del colore (Bompiani).

Li hanno scelti circa 100 giurati tra esperti, appassionati di letteratura, lettori della prima ora e studenti delle scuole superiori di Cosenza. Cinque libri molti diversi per sentimenti e storie raccontante, ma che seguono un unico filo conduttore. 

Ringrazia il comitato dei lettori, Gemma Cestari, direttrice del Premio e lo fa con un’attenzione particolare ai più giovani, gli studenti delle scuole superiori di Cosenza: «Grazie ai ragazzi, agli insegnanti e ai dirigenti per aver contribuito a definire questa cinquina con i voti e le belle recensioni. È stato importante per noi capire anche le preferenze di una generazione che conoscevamo poco e ci ha piacevolmente sorpresi».

Premiazione e lectio magistralis, come da tradizione, forse in primavera. Intanto il Premio Sila 49 dà solo un arrivederci, sperando in tempi migliori.

«La pandemia ha causato tanti problemi alle case editrici – spiega ancora Gemma Cestari - da qui la nostra ferma decisione di continuare, di non fermarci. Crediamo fortemente che la lettura sia uno degli antidoti al virus. Ritorneremo, più forti di prima».