Solo 36 anni, ma già tanta strada alle spalle nel mondo della ricerca per l’archeologo lametino Davide Mastroianni, al quale è stato conferito il riconoscimento alla Cultura nella seconda edizione del Premio Nazionale Astrea 2020. Una manifestazione che riconferma, anche in un momento oggettivamente difficile, la volontà di dare risalto ad eccellenze di ampio respiro, in uno spirito che compenetra le attività culturali alla legalità.


Dedicato quest’anno alla memoria di Paolo Borsellino, il premio ideato da Massimo Mercuri e Piera Dastoli, si è svolto in diretta televisiva e in streaming sui canali social per rispettare le norme anticovid, e ha scelto di far emergere la figura di questo giovanissimo archeologo. Un professionista già coinvolto in attività di ricerca su tutto il territorio nazionale e oltre, con un’intensa attività convegnistica e numerosi contributi in pubblicazioni scientifiche all’attivo, ma anche con una serie di incarichi di tutto rispetto che rivelano come al centro dei suoi studi ci sia attualmente la geoarcheologia, scienza nuova che mette al centro il territorio e le sue evoluzioni storiche.

 

Mastroianni è, infatti, vice presidente regionale Sigea, referente regionale per geoarcheologia, direttore della rivista scientifica “Stratigrafie del Paesaggio” e membro della Scientific Advisory Committee, nonché corrispondente territoriale per Archeologia, Paesaggio e Beni Culturali nell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Cosenza. È di pochi giorni fa la sua nomina a cultore della materia in Archeologia dei Paesaggi nell’Università degli Studi di Siena.


«In un momento duro come quello che stiamo vivendo, in cui la cultura è bloccata, gli spazi che le sono dedicati si sono necessariamente svuotati, ma una volta finito tutto questo quegli spazi saranno lì ad attenderci se soltanto diamo loro il giusto valore», ha dichiarato Mastroianni nel suo intervento video durante il conferimento del premio.

 

L’archeologo si è poi soffermato sul binomio fra legalità e cultura, citando l’episodio di sciacallaggio in un sito archeologico del crotonese, ma anche l’esempio virtuoso dell’apertura del nuovo polo museale di Soriano Calabro diretto daMariangela Preta. Poi un riferimento alla sua città natale, Lamezia Terme, dove la cessione del parco archeologico di Terina e del museo archeologico, che stava per realizzarsi grazie alla sinergia fra l’assessore alla cultura Giorgia Gargano e il Mibact che potrebbe subire una battuta d’arresto a causa della decadenza della giunta comunale e del sindaco dovuta ad accoglimento al Tar della sentenza che porterà al ripetersi delle operazioni di voto in alcuni seggi, dedica il premio al professor Gioacchino Lena, noto studioso del territorio calabrese e ricercatore in ambito geoarcheologico scomparso recentemente: uno dei suoi maestri, della cui opera sarà certamente degno prosecutore.