Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
«Al nostro Comune non è richiesta nessuna elargizione di fondi, ma solo l’attivazione di un semplice iter amministrativo, ovvero l’indizione di un bando di gara, atto a garantire la manutenzione del Parco e la sua fruizione integrata con gli altri beni culturali lametini (anche solo di quelli archeologici). Ai commissari prefettizi abbiamo richiesto un incontro con il carattere dell’urgenza. A loro non può non stare a cuore la cosa visto e considerato che il migliore antidoto all’illegalità è proprio la cultura, ancor più se porta economia». È in allarme il mondo culturale lametino. Ad oltre un anno dall’inaugurazione del parco archeologico di Terina questo non ha mai aperto i cancelli al pubblico e nel frattempo il degrado, l’incuria e l’erosione del tempo ne hanno preso possesso.
Ma non solo. Si è fatto sempre più concreto il pericolo che la cifra stanziata dall’Unione Europea per il completamento dell’opera debba essere restituito. Si tratta di una somma considerevole, 750 mila euro, ma si tratterebbe anche di un forte smacco per la città tutta.
A scendere in campo ora è la neonata associazione culturale ‘Natale Proto’ che unendosi all’accorato appello lanciato anche dalla studiosa Giovanni De Sensi Sestito afferma che: «Una città come Lamezia Terme, con più di due milioni di passeggeri che toccano annualmente il suo suolo, non può permettersi di trascurare in questo modo il proprio patrimonio culturale e rischiare di negare le opportunità di lavoro e sviluppo che questo può produrre. La storia - continua la nota - ci insegna che i popoli, le comunità, sono riusciti a risollevarsi dai momenti più o meno bui delle loro vicende, soprattutto attraverso una maggiore canalizzazione delle risorse economiche e progettuali sulla cultura».
«Sono trascorsi – scrivono - soltanto pochi giorni dalla costituzione dell’associazione e abbiamo già ricevuto tante manifestazioni di grande entusiasmo e richieste di collaborazione al progetto anche da parte di tanti nostri concittadini, costretti a operare nel campo della cultura al servizio di altre comunità fuori regione e che auspicano di poter un giorno fare altrettanto nella propria città». Una città che ha siti archeologici e percorsi storici che lascia però abbandonati a se stessi dopo magnifiche inaugurazioni.