Raccoglie più di 7mila opere tra sculture, ritratti e paesaggi. Il presidente Tridico: «L'Istituto di previdenza apre al pubblico i propri tesori artistici»
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È online il Museo multimediale Inps, che raccoglie più di 7.000 opere tra sculture, ritratti, paesaggi e storie di vita e di lavoro dalle infinite cromie e suggestioni, che costruiscono un “palinsesto artistico”, un percorso personalizzato di navigazione secondo i gusti e gli interessi del visitatore: un viaggio virtuale a tutto schermo per scoprire e vivere la bellezza dei beni artistici dell’Istituto attraverso un’esperienza digitale che supera i limiti spazio-tempo, su diversi dispositivi digitali. Lo riferisce una nota stampa dell’Istituto nazionale di previdenza sociale.
Il museo Inps
Arricchito con nuovi contenuti e fotografie a 360° di opere di pregio dell’arte antica e moderna del ‘900, il Museo multimediale è disponibile sul sito istituzionale - seguendo il percorso “Inps Comunica/Patrimonio artistico/Museo Multimediale” - o su app per dispositivi desktop e smartphone.
Grazie a strumenti di ultima generazione, il visitatore può vedere sale e opere d’arte con diverse modalità di fruizione, seguendo percorsi predefiniti o costruendo mappe personalizzate e godendo di una prospettiva inedita di visita delle opere d’arte contenute nel museo multimediale dell’Istituto, con allestimenti virtuali ad hoc che rendono quanto più possibile vicina alla realtà vissuta la visione di opere d’arte distanti sia nello spazio che nel tempo, moltiplicando le possibilità di esperienze diverse.
Le opere
L’esposizione spazia inoltre dai tesori di arte antica provenienti da Palazzo Sciarra come i busti marmorei e gli arazzi del XIX secolo, ai dipinti seicenteschi di importanti pittori come Gaspar Dughet e Francesco Fracanzano. Si osservano le vivaci scene di mercato fra le rovine romane con Diogene, dipinte nel ’600 da Anton Gobau ed il San Sebastiano curato dalle pie donne di Pietro Novelli, detto il Monrealese. E ancora le Nozze di Peleo e Teti, il Convitto degli Dei, prestigiosa opera ad olio del 1640 di Romanelli su commissione del Cardinal Barberini e il ritratto di Taddeo Barberini, prefetto di Roma, opera di Andrea Sacchi, oggi custodita nella preziosa Sala Angiolillo di Palazzo Wedekind.
Non si dimentica il ‘900 e le importanti opere provenienti dal fondo dell’Ente di previdenza di Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici con circa settecento dipinti e sculture moderne, di diverse tecniche e scuole, con i capolavori di Consagra, Scarpitta, Turcato, Capogrossi, Crippa, Dorazio, Perilli e Guttuso. Ed ancora un’importante collezione di dipinti e sculture di Attardi, Cascella, Purificato, Leonardi, Francalancia e De Laurentiis o i noti bassorilievi di Leonardi Leoncillo.
La storia dell’Istituto di previdenza
La bellezza e la cultura, una costante che ha accompagnato la storia dell’Istituto sin dal 1904 (data del passaggio di Palazzo Sciarra nel patrimonio Inps), si sposano con l’innovazione e le nuove tecnologie e moltiplicano la possibilità di essere messe a disposizione del pubblico e degli utenti, grazie ad allestimenti virtuali ad hoc che rendono la visione di opere d’arte, distanti sia nello spazio che nel tempo, quanto più possibile vicina ad una visita reale.
Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha sottolineato nel comunicato che «Seguendo l’esempio di altre analoghe attività museali incentivate dal Ministero dei Beni Culturali, l’Inps apre al pubblico attraverso un’attività multimediale e condivisa il proprio tesoro artistico. L’innovazione dimostra ancora una volta di essere, ancor più nel difficile contesto della pandemia, un partner strategico nel valorizzare il patrimonio comune dell’arte nel nostro Paese, rendendolo fruibile a tutti in ogni momento. È certo che la complementarità tra reale e virtuale contraddistinguerà il futuro e per questo, non appena sarà possibile, apriremo al pubblico la selezione di opere esposta a Palazzo Wedekind a Roma».