VIDEO | Nel suo nome è stata lanciata una raccolta di libri che verranno donati alla biblioteca dove si terrà anche un dibattito
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Si sono dati appuntamento con un passaparola chiaro, “Un libro per Peppe” hanno chiamato la nuova iniziativa, e hanno riaperto la casa di Rosarno dove Giuseppe Valarioti visse prima di essere ucciso dalla 'ndrangheta, 43 anni fa. Il delitto dell’allora segretario del Pci rosarnese, considerato il primo omicidio eccellente nella storia della mafia calabrese – era il 1980 e in questo territorio la mafia conosceva la sua prima trasformazione da agricola a imprenditoriale – continua quindi a mobilitare le coscienze.
Su iniziativa di Libera, Anci, Casa del popolo e Collettivo Valarioti, è stata lanciata una raccolta di libri – che verranno donati alla biblioteca cittadina – mentre proprio l’apertura al pubblico della casa al civico 27 di via Carlo Alberto ha dato lo spunto per un altro obiettivo. «Vorremmo farne uuna casa memoria – ha spiegato Vanessa Ciurleo, nipote di Valarioti – un luogo che, visto che tutto è rimasto come allora, ognuno possa venire a vedere la quotidianità di Peppe, un sito che sensibilizzi i giovani e che possa diventare attrattore di altri eventi culturali».
In effetti, nella abitazione dove viveva la famiglia Valarioti tutto è conservato con cura, a partire dai libri ma anche i vestiti e perfino i testi scritti a penna dal giovane docente con la passione per la politica. Oltre ai familiari di Valarioti e alle associazioni che nella biblioteca hanno anche organizzato un dibattito intorno alla sua figura, protagonista del progetto è anche Carmela Ferro.