In Calabria ci sono comunità che rappresentano esempi di accoglienza a livello internazionale, come i comuni di Acquaformosa e Riace, ma rappresentano casi isolati di un'integrazione che non è riuscita a diventare sistema
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"Nessuno sceglie di essere rifugiato". È il filo rosso che lega i 200 appuntamenti di #WithRefugees - Porte aperte Sprar su tutto il territorio nazionale per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato in collaborazione con l'Unhcr. In Calabria i cosiddetti Sprar, ovvero le strutturre che fanno parte del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, sono in tutto 52, di cui 38 per migranti ordinari, 2 per l’accoglienza di persone con disagio mentale e 12 per minori non accompagnati.
Istituita il 4 dicembre del 2001 dall'Onu, in occasione del cinquantennale della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status di "rifugiato", la Giornata nasce per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni di milioni di persone in fuga dai propri paesi. Anche quest'anno i Comuni della rete dello Sprar si rivolgono ai propri cittadini per raccontare e condividere attività, iniziative e valore dei progetti. Questa è una giornata che spinge a riflettere sul grande impegno di tutti i Comuni coinvolti in questa esperienza». Così il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro. «Nel 2017 attraverso lo Sprar», specifica Matteo Biffoni, delegato dell'Anci all'Immigrazione «sono stati favoriti i percorsi di integrazione di quasi 37.000 persone, fra cui 4.500 minori. Un'accoglienza organizzata in piccoli nuclei, che nell'84% dei casi si svolge in normali appartamenti di civile abitazione, presenti in 900 Comuni che rappresentano il 45% della popolazione italiana».