Anche due calabresi nel documentario del regista ticinese Olmo Cerri andato in scena con una prima serata a Montauro e una seconda in programma a Davoli
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Si rivolgevano a lei per chiedere aiuto o semplicemente per ringraziarla delle emozioni che la sua musica regalava. La giovanissima Gigliola Cinquetti, dopo la vittoria al festival di Sanremo con "Non ho l'età" nel 1964 diventò per molti un punto di riferimento tanto da ricevere 140 mila lettere con storie di speranze, sogni, paure ma soprattutto di emigrazione italiana in Svizzera. E proprio 4 di queste storie, due delle quali calabresi, con Carmela Schipani di Montauro e don Gregorio Montillo di Davoli, si incrociano nel documentario "Non ho l'età" del regista ticinese Olmo Cerri.
Lo incontriamo alla stazione di Montauro, luogo simbolo di una partenza verso un futuro migliore: «proprio qui abbiamo girato una delle scene più commoventi del film con due dei protagonisti che iniziano il loro viaggio da questa stazione. Un terribile viaggio in treno, come quello di tanti calabresi, durato ore ed ore». Ma qual è il messaggio di questo lavoro? «Che l'emigrazione c'è sempre stata. E adesso l'Italia, ma anche la Svizzera, diventano paese dell'accoglienza. La cosa importante - prosegue Cerri - è non fare gli stessi errori. Non bisogna mai mettere da parte l'umanità». Il documentario, dopo il grande successo nelle sale cinematografiche Svizzera e non solo, è arrivato anche in Calabria con una prima serata a Montauro e una seconda in programma giovedì 2 agosto alle 21.00 a Davoli marina.