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Cosa si prova a essere continuamente incensati, ostentati come “eccellenza” culturale calabrese e poi, al dunque, essere dimenticati tra le pieghe di un bilancio che non stanzia neppure un euro per le tue attività? Domanda retorica alla quale Gilberto Floriani, direttore del Sistema bibliotecario vibonese (Sbv), risponde con un sorriso amaro ma non rassegnato. Il suo appello pubblico per denunciare la mancanza di attenzione (e di soldi) per un presidio culturale di primaria importanza, che quest’anno compie trent’anni dalla sua fondazione, lascia intuire che ormai al Sistema bibliotecario sono davvero in “in riserva”. Il crowdfunding, cioè la raccolta fondi affidata al buon cuore e al portafoglio di chi ci crede, non basta. Servono risorse fresche. In gioco non ci sono soltanto le molteplici attività della biblioteca situata nel complesso di Santa Chiara, a Vibo Valentia, ma anche i posti di lavoro delle 10 persone impiegate nella struttura.
«Siamo la più importante “Biblioteca pubblica” della Calabria e non solo - ha scritto Floriani nel suo appello -, un grande centro di promozione della lettura e un Polo culturale dalle numerosissime attività, che pur operando localmente, riesce a dialogare con la grande cultura italiana. Lo dicono, da un lato, i numeri (con 100mila presenze l’anno, con 20mila utenti iscritti ai suoi servizi e più di 70mila libri, riviste, cd e dvd prestati ogni anno) e dall’altro le migliaia d’iniziative che sono state realizzate o ospitate, ovvero alle quali il Sbv stesso ha fatto da “incubatore”». Il riferimento è soprattutto il Festival Leggere & Scrivere, giunto alla VII edizione e divenuto ormai uno degli eventi culturali più importanti del Mezzogiorno.
Insomma, come si dice, quello vibonese è davvero un polo culturale d’eccellenza, definizione spesso inflazionata che però, in questo caso, restituisce con fedeltà la qualità del prodotto realizzato dal Sistema bibliotecario, nonostante un contesto spesso proibitivo.
«Ci confrontiamo quotidianamente - continua Floriani - con una realtà territoriale tra le più difficili in Italia, oppressa da molte emergenze: disoccupazione giovanile, condizionante presenza mafiosa, crisi sociale ed economica di straordinaria gravità, emigrazione intellettuale, povertà educativa. In questo contesto, il Sistema bibliotecario contribuisce la sua sola presenza e soprattutto con la sua azione a fronteggiare sul piano culturale e conoscitivo i problemi che ci sono, dando risposte a un gran numero di cittadini, stranieri e italiani senza distinzione».
Infine, l’appello vero e proprio: «Vogliamo sollecitare la riflessione dei cittadini e delle istituzioni, affinché capiscano che se non s’interverrà presto con doverose forme di sostegno, sarà messa seriamente a rischio la nostra sopravvivenza. Chiediamo a tutti di assumersi la responsabilità di dire con chiarezza se ritengono che la cultura, la cooperazione bibliotecaria e le biblioteche, siano utili o no in una regione con la percentuale di lettori più bassa d’Italia, i più alti indici di povertà educativa, la crisi demografica, l'emergenza criminalità. E se la risposta è Sì, chiediamo di agire di conseguenza».
Enrico De Girolamo