Racconta la sua vita partendo da un momento ben preciso, Rita dalla Chiesa, dal giorno in cui a Palermo cosa nostra uccise il padre, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa mentre lei, allora 34enne, guardava un film alla tv. Da quel momento un urlo silenzioso accompagna la sua esistenza. La nota giornalista e presentatrice televisiva si è messa a nudo nelle pagine del libro “Mi salvo da sola” che la stessa ha presentato a Girifalco, nel Catanzarese, nell’ambito dell’iniziativa “Letture d’estate” organizzata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietrantonio Cristofaro, in particolare dall’assessore alla cultura Elisabetta Sestito.

L'eredità del generale Dalla Chiesa

«Mio padre ha lasciato un sentimento di profondo rispetto a me e ai miei fratelli. Ma anche un grande senso della giustizia, della legalità. Sono delle cose dalle quali non possiamo minimamente trascendere – ha raccontato Rita dalla Chiesa -. Ma poi nel libro ci sono Falcone, Borsellino, Chinnici, Caponnetto, ci sono le brigate rosse. Devo dire che ho 70 anni e ne ho viste di tutti i colori, ho visto un pezzo della storia d’Italia. Se ne esce malconci ma se ne esce».

Il racconto di una vita

Avvolta dal calore di un pubblico che l’ha sempre apprezzata per il suo garbo le la sua sobrietà, la signora della tv, sollecitata dalle domande della giornalista Alessia Burdino, ha ripercorso le gioie e i dolori della sua vita, i momenti di felicità e di perdita: l’amore verso il padre e la madre, il matrimonio con Fabrizio Frizzi, la gioia di essere nonna, la dedizione per un lavoro che non le ha risparmiato delusioni e le sue grandi passioni: il mare e la musica. E così Rita dalla Chiesa si commuove e lo fa incontrando lo sguardo dei suoi fratelli Nando e Simona, seduti in prima fila.  

La forza delle donne 

Da dove parte la scelta di raccontarsi? «In realtà me l’hanno chiesto – risponde - perché probabilmente sapevano che avevo dentro dei nodi che andavano sciolti. E questo libro mi è servito molto per trovare un equilibrio dentro di me che probabilmente prima non c’era. Adesso c’è e sono molto più serena». Un libro liberatorio, pieno di sentimento, che piace moltissimo alle donne perché «molte si ritrovano – afferma dalla Chiesa -. Mi salvo da sola perché noi donne ci salviamo sempre da sole. Perché quando andiamo a dormire con i nostri pensieri e le nostre fragilità, sappiamo noi quali corde toccare per cercare di risollevarci. Nessuno ci può aiutare, soltanto noi stesse».

Il legame con Girifalco

Un serata intensa, dunque, che ha avuto come cornice il cortile del palazzo comunale di Girifalco, luogo molto caro all'autrice. «Girifalco mi ricorda immediatamente mio cognato che è stato il direttore dell’ospedale psichiatrico per tanti anni e il suo papà, il professore Giuseppe Curti prima di lui. Quindi questo posto fa parte della mia famiglia. Ho detto no a tante altre manifestazioni ma qui ci dovevo venire assolutamente». Ringraziando la comunità per l'accoglienza e la sorpresa ricevuta da parte dell'amministrazione comunale che ha omaggiato la famiglia dalla Chiesa con un murale raffigurante il volto del generale, la presentatrice televisiva ha poi aggiunto: «È' stata una sorpresa bellissima. Devo dire che la scultura che c'è nella piazza della stazione di Parma e l'opera realizzata qui a Girifalco sono le due raffigurazioni che più ci riportano a nostro padre, che più gli somigliano. Grazie di cuore».