Superata l’emergenza coronavirus, il Sud avrà l’occasione di riappropriarsi dei suoi antichi valori e soprattutto di riscoprirsi ancora comunità vincente capace di governare i processi della globalizzazione
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Tra l’emergenza sanitaria internazionale e l’incertezza della prossima crisi economica, nel silenzio di questi giorni ed in un tempo che scorre lento, è stato pubblicato il libro “Mezzogiorno nei sassi” del professor Peppino De Rose, economista esperto in politiche di coesione e programmi dell’Unione europea e professore universitario di Impresa turistica e mercati internazionali presso l’Università della Calabria con il contributo della sua giovane allieva, Alessia De Marco.
La pubblicazione edita dalla casa editrice Aloe editore, è uno sguardo da una finestra sul futuro del patrimonio culturale e naturale del Mezzogiorno d’Italia, culla di luoghi dalla indiscutibile bellezza e dotati di un potere attrattivo anticrisi. Mezzogiorno nei Sassi ha una duplice essenza. Da una parte quella di descrivere l’esempio vincente di Matera, che grazie ad un percorso di programmazione strategica condivisa con la comunità e l’utilizzo dei finanziamenti comunitari, è riuscita a diventare una destinazione turistica internazionale capace di promuovere lo sviluppo economico di un intero territorio, dall’altra parte quella di raffrontare la situazione economica e sociale delle regioni meridionali che, utilizzando una espressione figurata, continuano invece a camminare scalzo sui sassi irti e taglienti di un mondo globalizzato ed altamente competitivo, le cui ferite più profonde continuano ad essere rappresentate dall’alta disoccupazione e dall’emigrazione giovanile.
L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere la debolezza, la fragilità e la scarsa reattività dell’attuale sistema politico europeo e nazionale ed il tempo dimostrerà come solo gli strumenti finanziari messi a disposizione non potranno essere sufficienti per limitare i danni e garantire la ripartenza del Sud e delle sue piccole imprese, se non accompagnati da politiche pubbliche e riforme fiscali e del lavoro rapportate al tasso di crescita delle singole regioni. L’Unione europea e l’Italia hanno la possibilità di riscrivere le regole, per creare meno dipendenza e più mercato, merito e concorrenza, il Mezzogiorno da parte sua, ha l’occasione di riappropriarsi dei suoi antichi valori e soprattutto di riscoprirsi ancora comunità vincente capace di governare i processi della globalizzazione. Con la consapevolezza che senza il Mezzogiorno non c’è Italia e senza l’Italia non c’è Europa.