VIDEO | La talentuosa musicista coreano-americana ha eseguito Le Quattro Stagioni per la prima volta in Italia, accompagnata dalla Senocrito Festival Orchestra diretta dal maestro Marcianò. La professionista: «Un'esperienza davvero speciale»
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Le iconiche note di Vivaldi hanno incantato il Palazzo della Cultura di Locri grazie al talento cristallino della violinista coreano-americana Elly Suh che, accompagnata da un prezioso violino Guarneri del ‘700 e dalla Senocrito Festival Orchestra diretta dal famoso maestro Gianluca Marcianò, ha eseguito per la prima volta in Italia Le Quattro Stagioni.
Un evento del Festival di musica classica della Locride organizzato dall’Accademia Senocrito e che ha rappresentato il primo appuntamento in abbonamento della stagione “Locri al Teatro 2023/2024”.
«È stata un’esperienza davvero speciale suonare Vivaldi per le persone che capiscono davvero la sua lingua e la sua musica - ha commentato Elly Suh - così come suonare con grandi musicisti come il maestro Marcianò e la Senocrito Festival Orchestra; sono persone che vivono e respirano questa musica quindi è un onore per me suonare con loro».
Applausi a scena aperta da parte del numeroso pubblico, estasiato dal celebre ciclo di quattro concerti per violino solista, ispirati ai quattro diversi periodi dell’anno.
«È un lavoro molto meticoloso - ha sottolineato il maestro Marcianò - anche nel cercare di trovare i colori giusti e nel rispondere a tutte le descrizioni molto specifiche che Vivaldi ha dato nel suo lavoro in questa opera immensa che è diventata una delle opere più conosciute al mondo. Fare tutto ciò con una solista come Elly Suh diventa un piacere e tutto sembra quasi più facile».
Spazio alla fine anche alle note di Piazzolla e al virtuosissimo ed emozionante tributo a Paganini, di cui Elly Suh è ritenuta tra le maggiori interpreti della sua generazione. Un talento quello della 34enne origianaria di Seoul perfezionato nel lungo periodo di studi negli Stati Uniti. «È come un iceberg, la gente chiaramente vede soltanto la punta ma sotto c’è qualcosa di enorme - ha spiegato la giovane violinista - allo stesso modo qui c’è un lavoro fatto di centinaia di ore di studio e poi sul palco finisce tutto nel giro di 30/40 minuti lasciando però bei ricordi e una sensazione di calore nel cuore».