Si è appena conclusa la rassegna denominata Libri salvati, promossa dall’associazione italiana Biblioteche, per ricordare il Bücherverbrennungen, il rogo di libri avvenuto la notte del 10 maggio 1933 nella Germania di Hitler. Libri bruciati perché segni vivi, concreti e scomodi di un pensiero libero.

Libri e censura

La rassegna ha avuto un’eco anche a Reggio Calabria con letture pubbliche di libri dati alle fiamme quella notte e di libri la cui lettura ancora oggi viene proibita non attraverso la censura delle fiamme ma attraverso quella dei pregiudizi e dell’ignoranza. È quanto è successo infatti ad una serie di libri per l’infanzia che sono stati rimossi dalle biblioteche di Verona e Todi soltanto nel 2017 e da quelle di Carate Brianza e Venezia soltanto due anni prima, nel 2015. Libri che, in risposta, sono stati posti a disposizione dalla biblioteca di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nello scaffale provocatoriamente denominato “Libri banditi. Per leggere senza stereotipi”.

A Reggio Calabria la Biblioteca dei ragazzi e delle ragazze e il gruppo Nati per leggere (di cui la stessa Biblioteca è presidio) hanno promosso delle iniziative di sensibilizzazione attraverso la lettura di pagine di questi libri in luoghi significativi, come la storica scalinata di via Giudecca, recentemente ripulita dalla cittadinanza, e il punto lettura A piccoli passi del centro diurno Lilliput di Croce Valanidi (anche quest’ultimo presidio di Nati per Leggere come la biblioteca Pietro De Nava di Reggio). Il ciclo si è concluso con l’appuntamento alla sede del Windsurf dello Stretto con la lettura di serie di libri per bambini e bambine censurati dall’amministrazione di Venezia nel 2015 e che la Biblioteca dei Ragazzi e delle Ragazze ha acquistato per le sue attività di promozione della lettura.

I libri salvati

In particolare Ida Triglia, Annamaria Bruzzese, Anna Calarco e Gaetano Tramontana hanno dato spazio e voce a “La storia del toro Ferdinando” che preferisce un prato di fiori profumati all’arena della corrida, scritto da Munro Leaf con illustrazioni di Robert Lawson (libro bruciato nel rogo di Berlino e censurato da Franco in Spagna), “La Caccia dell’orso” di Michel Rosen e Helen Oxenbury (censurato dall’amministrazione di Venezia), “Occupato” di Matthieu Maudet, autore di cui fu censurato nel 2015 il libro “Buongiorno Postino”, e “La sedia blu” di Claude Boujon di cui nel 2015 fu rimosso “Il litigio”. Tra i libri censurati anche “Pezzettino” e “Piccolo Blu e Piccolo Giallo” di Leo Lionni. In realtà da rimuovere era il tema dell’omogenitorialità che i libri contengono e che ancora è tabù nel nostro Paese.

«Abbiamo colto l’invito dell’associazione nazionale Biblioteche che tra i libri da salvare, unitamente ai titoli bruciati da Hitler durante il Terzo Reich, ha inserito anche quelli per l’infanzia messi al bando in alcune città d’Italia negli anni scorsi perché ritenuti inidonei per i piccoli e le piccole. Si tratta invece di capolavori della letteratura per l’Infanzia che consentono un primo approccio con i temi dell’adozione, della diversità, delle relazioni familiari e dell’educazione di genere e che riteniamo invece necessari per educare alle differenze e alla libertà dagli stereotipi. Ecco perché abbiamo inteso riscattarli, attraverso queste iniziative, leggendoli alle bambine e ai bambini alla presenza dei loro genitori», ha spiegato Annamaria Bruzzese, del gruppo Nati per Leggere Reggio Calabria.

La Biblioteca dei ragazzi e delle ragazze

La cooperativa sociale onlus promuove a Reggio Calabria iniziative dedicate alla lettura con performance, laboratori e servizi di consultazione e prestito, a seguito di tesseramento, di oltre 1000 volumi tra le migliori proposte dell’editoria di qualità per bambini e bambine e per ragazzi e ragazze. Le attività si svolgono nella Sala SpazioTeatro, che ospita i volumi della Biblioteca, e anche in vari altri luoghi della Città con iniziative itineranti.

Tra le sue attività più caratteristiche anche le Storie viaggianti, ispirate al Kamishibai (spettacolo teatrale di carta), la forma di narrazione nata nel Giappone nel XII secolo, quando il cantastorie in sella alla sua bicicletta si spostava di villaggio in villaggio per narrare le proprie storie circondato dai bambini e dalle bambine richiamate dal suono di uno strumento in legno chiamato hyoshigi.

Nati per leggere

L’Associazione culturale pediatri, l’Associazione italiana biblioteche e il Centro per la Salute del bambino promuovono insieme un programma portato avanti anche a Reggio Calabria da un gruppo di volontarie e volontari.

L’obiettivo del programma è quello di proporre gratuitamente alle famiglie con bambini fino a 6 anni di età, attività di lettura sulla scorta dell’evidenza scientifica per la quale fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale sono i primi anni di vita. In questo momento così fecondo e cruciale, l’ascolto di storie lette ad alta voce costituisce un’esperienza profondamente significativa. È un percorso che punta anche a sensibilizzare i genitori affinché dedichino, ai piccoli e alle piccole, momenti di lettura ad alta voce.

Leggere dunque come atto di salvezza, oltre che dei libri in pericolo, anche di sé e come atto di responsabilità verso le nuove generazioni e di salvaguardia del fondamentale diritto a crescere serenamente e liberamente.

10 maggio 1933 e il fuoco della censura

Il sapere di tutti non aiuta il potere di pochi, questo lo insegnano la storia del rogo dei libri nazista avvenuto il 10 maggio 1933 a Berlino e in altre città tedesche e la profezia che nel 1817, in occasione di un altro rogo fatto da studenti tedeschi che a Wartburg diedero fuoco a libri ritenuti detrattori dell’unità della Germania, fu di uno degli autori ‘bruciati’, Heinrich Heine (1797-1856), all’epoca neppure ventenne: «Là, dove si bruciano i libri, si finisce col bruciare anche gli uomini».

Milioni di pagine divennero cenere la notte del 10 maggio 1933 in Germania sulla scia dell’incitamento del ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels. Quel gesto innescò una spirale vorticosa e inarrestabile che incatenò al Reich le arti e la cultura. Un’alba di carta e cenere che presagì la sciagura. Le parole di Einstein, Heine, Brecht, Engels, Gide, Joyce, Kafka, Mann, Marx, Zola e di tanti altri furono date alle fiamme unitamente a tutta la letteratura considerata antitedesca.

Il fuoco, proprio nella letteratura, si conferma una metafora potente: dal mito di Prometeo fino alla moderna visione distopica dello scrittore statunitense di fantascienza sociologica, Ray Bradbury, che ha posto il fuoco della censura al centro del suo celebre romanzo ‘Fahrenheit 451’.

E se ci fosse un tempo, infatti, in cui cervellotici machiavellismi distorcessero la società al punto da far ritenere la lettura un reato, il sapere e la scrittura che lo diffonde due minacce del potere?

Il protagonista, il milite lanciafiamme Guy Montag sfida il mondo distopico in cui vive il ruolo che gli è stato imposto. Chiamato per preservare l'ordine costituito e sopire le coscienze, chiamato non a spegnere il fuoco per salvare vite ma ad appiccare incendi per imprigionarla e a bruciare i libri, egli sceglie coraggiosamente di sovvertire quell'ordine perverso e quel pensiero unico minacciato dai libri medesimi.

Una dimensione distopica che tuttavia desta profonde riflessioni di estrema attualità.